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Je suis convaincu, et mon expérience me le suggère, que l'on obtient plus de résultats dans la vie si l'on est prêt à changer. Le changement est induit par la perception que quelque chose ne va pas, que quelque chose pourrait être mieux, qu’il y a un problème à résoudre. La prise de conscience est une étape importante pour découvrir le monde qui nous entoure et y trouver sa place.

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par Libero Gentili 03 nov., 2023
Mentre i cittadini di Gaza piangono la morte di oltre 9.000 persone, di cui 3.760 bambini per opera dell’esercito israeliano, il presidente Benjamin Netanyahu giurando che Hamas deve essere eliminato o in qualche modo reso inoffensivo, anche a costo di fare a pezzi Gaza, ha “legittimato” le sue atrocità citando la Bibbia . "Le richieste di cessate il fuoco sono in realtà richieste a Israele di arrendersi ad Hamas, di arrendersi al terrorismo, di arrendersi alla barbarie. Non accadrà mai. Signore e signori, la Bibbia dice che c'è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Questo è il tempo per la guerra". E, finalmente, ci siamo arrivati: dopo tutte le azioni dello Stato riguardanti il “problema Gaza” già dal 1967, e la decisione sconsiderata di rafforzare Hamas con lo scopo di dividere il movimento nazionale palestinese tra islamisti con sede a Gaza e nazionalisti laici in Cisgiordania, Netanyahu ora si appella alle sacre scritture come lasciapassare al suo corridoio di follia incontrollata. Ma prima di ricorrere all’avallo della provvidenza divina, Bibi (o chi per lui) il 29 Ottobre aveva postato un messaggio su X , sostenendo che “in nessuna circostanza e in nessun momento il primo ministro era stato avvertito dell’intenzione di Hamas di entrare in guerra… tutti i funzionari della difesa, compresi i capi dello Shin Bet (Servizio di Sicurezza), credevano che Hamas fosse scoraggiato e cercavano un accomodamento. Questa è stata la valutazione presentata più e più volte al primo ministro e al gabinetto da tutti i funzionari della difesa e dalla comunità dei servizi segreti fino allo scoppio della guerra.” Dopo questo scarico di responsabilità Benny Ganz , ministro e membro del Gabinetto di Guerra, rispondeva pubblicamente che il Primo Ministro “deve ritrattare le sue osservazioni di ieri sera e smettere di occuparsi di questo problema... la leadership richiede dimostrazione di responsabilità. Qualsiasi altro tipo di parola o azione danneggia la resilienza e la forza della nazione”. Il tweet veniva immediatamente cancellato e il suo autore ammetteva: “ho fatto un errore” aggiungendo, però, “insieme vinceremo”. La sopravvivenza politica per un personaggio è troppo importante, ancor più se questo personaggio narcisista come Netanyahu ha a cuore, innanzi tutto, la sua immagine. E allora, quando il suo scaricare la colpa sugli altri gli si ritorce contro in maniera spettacolare, occorre trovare un’altra strategia, e l’unica è quella di far intervenire la “volontà divina” alla quale non ci si può sottrarre; un escamotage al quale l’uomo ha sempre fatto ricorso, compresi gli stessi rappresentanti in terra della volontà di dio. Come tutti sappiamo, nello Stato di Israele la maggioranza è ebraica. Il conflitto territoriale, violento, con arabi e palestinesi dura dal 1947 ed ha assunto anche un carattere religioso: Hamas (fondamentalisti sunniti palestinesi, appoggiati da Iran e Hezbollah libanese) e coloni (fondamentalisti ebrei) i quali sostengono che il territorio di Palestina/Israele è stato dato loro da Dio . E poi, lo Stato di Israele anti- Iran, il quale è in accordo, ormai, con Paesi musulmani del «blocco saudita». Nell’anno 2014 veniva ufficialmente proclamato il Califfato , guidato da Abu Bakr Al-Baghdadi . Un Governo monarchico, la cui identità sociale e politica si basa sulla predicazione del profeta Maometto. Il dato che emerge da quegli anni è la problematica difficoltà a riportare concettualmente le trasformazioni geopolitiche in atto in quella regione, in quanto esse subiscono un dinamismo ad una velocità incredibile, se ci si rapporta alla storia passata; soprattutto perché è dettata da paradigmi politici che si fondano su presupposti religiosi. Questa visione che si incardina su tali presupposti che credevamo superati in Occidente, almeno fino a poco tempo fa, porta il mondo a scontrarsi in “territori” che non trovano dialogo perché basati su impostazioni in contrapposizione l’una con l’altra; questo porta ad una “geografia dell’incertezza” . La Pace di Westfalia del 1648 aveva permesso di coniare il termine Stato , come sinonimo di status , stabile, fermo, statico il quale era basato sul riconoscimento reciproco di un’autorità sovrana. La geografia dell’incertezza non consente più, di confrontarsi con una realtà giuridica territoriale sovrana, e lo farà sempre meno perché ad ogni crisi, ogni volta, fa seguito un cambiamento geopolitico, a cui segue una successiva nuova fase di incertezza. Nell ‘estate del 1993 il politologo statunitense Samuel P. Huntington pubblicò il famoso libro The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order (trad. Italiana “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale) dopo l’apparizione dell’ omonimo articolo sulla rivista Foreign Affairs, al quale seguì un secondo saggio per rispondere alle critiche che erano state mosse alla sua rivoluzionaria teoria. “Gli anni successivi alla Guerra fredda videro l’inizio di mutamenti drammatici nelle identità dei popoli e nei simboli che le incarnavano. Il quadro politico mondiale iniziò a essere riconfigurato in base a criteri culturali”. Su questo assunto Huntington sviluppa la sua teoria in base alla quale “nel mondo post-Guerra fredda, le principali distinzioni tra i vari popoli non sono di carattere ideologico, politico o economico, bensì culturale” . E sotto la categoria “culturale” l’autore include soprattutto quella religiosa . “Nell’epoca che ci apprestiamo a vivere, gli scontri fra civiltà rappresentano la più grave minaccia alla pace mondiale, e un ordine internazionale basato sulle civiltà è la migliore protezione dal pericolo di una guerra mondiale”. Il suo libro ricevette numerosissime critiche, ovviamente, in quanto andava a frantumare l’impianto teorico che sosteneva la visione oramai consolidata dell’equilibrio internazionale. Ma se la critica è una sorta di leva di Archimede con cui i critici sperano di muovere il mondo, dev’essere davvero un dispositivo meraviglioso, ovunque ci si trovi, per spingerla verso il basso! Ma è dove si trova il critico nello spazio sociale, che è il punto di maggiore conseguenza nello stimare l'efficacia della critica. Nel 1993, appena dopo la dissoluzione dell’ Unione Sovietica , il mondo si apprestava a passare ad un equilibrio unipolare che non avrebbe più seguito la logica del bipolarismo.  A distanza di trent’anni la teoria di Samuel P. Huntington si è dimostrata più che giusta, e ad ogni anno che passa gli eventi catastrofici che si verificano sulla scena mondiale ce lo confermano sempre di più.
par Libero Gentili 28 oct., 2023
OGGI È IL GIORNO DELL’INFAMIA , ma non per il motivo che ha sostenuto l’ambasciatore di Israele davanti all’assemblea dell’ ONU , bensì per la sua stessa reazione arrogante, tracotante e baldanzosa. Ha aggiunto: "Sappiamo che non c'è alcuna crisi umanitaria in conformità con il diritto internazionale umanitario… È un giorno buio per le Nazioni Unite e per l'umanità." Si tratta solo di capire che tipo di “umanità” hanno in mente. L’Assemblea generale dell’ONU si è decisa, finalmente, a chiedere una tregua umanitaria immediata a Gaza. La risoluzione ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari con in testa, ovviamente, Israele e i suoi servetti gli Stati Uniti , e 14 astenuti TRA CUI L’ITALIA. Si, questo è il giorno dell’infamia anche per il nostro Paese. Anche per queste persone gli interessi di facciata prevalgono sulle atrocità che migliaia di uomini, donne e soprattutto bambini stanno subendo già da troppo tempo. Vorrei, vorremmo vedere, se tra quegli innocenti che vengono trucidati ci fossero figli, genitori, parenti di queste persone che hanno optato per l’astensione. È sufficiente per vergognarsi di queste persone, o serve qualcos’altro?
manifestazione filo-palestinese ad Harvard-Yard
par Libero Gentili 27 oct., 2023
Mentre a Gaza continuano le atrocità di questa guerra che Israele ha deciso di portare avanti sino all’annullamento non solo dell’identità palestinese, ma anche di una popolazione inerme composta di adulti e bambini, con il beneplacito dichiarato (“un cessate il fuoco sarebbe inopportuno”) dei suoi alleati Usa e Inghilterra e con il beneplacito coperto da un velo non troppo spesso per la verità, di ipocrisia dell’Unione Europea, una voce si è levata fuori dal coro: la regina Rania di Giordania . Li ha accusati, finalmente, di “evidente doppio standard” per non aver condannato la morte di civili sotto i bombardamenti israeliani a Gaza. Parlando con Christiane Amanpour della CNN in un'intervista esclusiva, Rania ha detto: “Le persone in tutto il Medio Oriente, inclusa la Giordania, sono semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo a questa catastrofe che si sta verificando. Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a un evidente doppio standard nel mondo”. "Quando è avvenuto il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l'attacco avvenuto... ma quello che stiamo vedendo nelle ultime due settimane, stiamo vedendo il silenzio nel mondo" "Questa è la prima volta nella storia moderna che si verifica una tale sofferenza umana e il mondo non chiede nemmeno un cessate il fuoco, quindi il silenzio è assordante – e per molti nella nostra regione rende complice il mondo occidentale”. “Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un'intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard. È semplicemente scioccante per il mondo arabo”. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres aveva lanciato un appello: “Chiedo un immediato cessate il fuoco umanitario per alleviare l’epica sofferenza umana a cui stiamo assistendo; troppe vite e il destino dell’intera regione sono in bilico” , ma il rappresentante di Israele, Gilad Erdan , con la tipica arroganza che li caratterizza, ha addirittura chiesto le sue dimissioni. Anche il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen , presente al vertice ha risposto senza freni alle parole di Guterres respingendo la sollecitazione a un cessate il fuoco. “Ditemi, qual è una risposta proporzionata all’uccisione di bambini, allo stupro di donne e al loro incendio, alla decapitazione di un bambino?” Ha chiesto Cohen. “Come puoi accettare un cessate il fuoco con qualcuno che ha giurato di uccidere e distruggere la tua stessa esistenza?” E ha concluso che Israele ha non fornirà visti ai funzionari delle Nazioni Unite. Ora, anche una mente infantile capirebbe che non si può giustificare la punizione di un innocente, semplicemente mettendogli all’occhiello un distintivo; eppure gli ebrei lo vissero di persona, quando furono massacrati dal regime nazista che li etichettò con la “Stella di Davide” cucita sui loro pigiami a righe. Ma, evidentemente, gli ebrei di allora non erano la stessa “nazione” dello Stato di Israele di oggi… Questi qui hanno deciso di sterminare , così come fece Hitler con i loro nonni. E gli occhi del mondo o meglio degli attori internazionali, sono troppo foderati di strategie politiche ed elettorali, tattiche, alleanze e quanto di peggio si possa tirar fuori. Gli Stati Uniti , con in testa il loro presidente Joe Biden , il quale sta tirando fuori il “peggio” del suo mandato, hanno perso definitivamente il ruolo di ago della bilancia dell’equilibrio mondiale che vantavano (o forse, alla luce dei fatti, si arrogavano) nel Sistema Bipolare. La sua veneranda età avrebbe dovuto, come normalmente ci si aspetta, dimostrare una saggezza super partes, ma si è fatto superare persino dal 98enne ex Segretario di Stato Henry Kissinger il quale, recentemente, ha ricevuto le lodi del leader cinese Xi Jinping con le parole “Gli Stati Uniti hanno bisogno della sua saggezza” . Ma no, in un mondo privo di una visione morale e strategica, “zio Joe” soffre di basorexia per “Bibi” e questo, evidentemente, gli offusca la ragione. In realtà sono in molti, negli Stati Uniti, a soffrire di questo impulso. Anche l’appena eletto Presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson , un cristiano evangelico, ha legami con l’estrema destra israeliana. Descrisse la sua visita del 2020 al Monte del Tempio di Gerusalemme come “l’adempimento di una profezia biblica”. È la vittoria più significativa finora ottenuta dal movimento filo-israeliano dei cristiani evangelici americani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu e i suoi alleati – incluso l’ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Ron Dermer – hanno sottolineato pubblicamente e privatamente l’importanza del sostegno evangelico. “Israele dovrebbe spendere più energie per rivolgersi agli evangelici americani che agli ebrei, che sono “sproporzionatamente tra i nostri critici” ha detto , a maggio, l’ex ambasciatore israeliano a Washington, definendo gli evangelici “la spina dorsale del sostegno di Israele negli Stati Uniti” . Per la maggior parte degli evangelici negli Stati Uniti, certamente per molti di loro, Israele è una delle questioni più importanti. Per alcuni è il numero uno. Per altri, forse è il numero due o il numero tre. È molto raro sentire gli evangelici criticare Israele. L’allora rappresentante della Louisiana Mike Johnson si recò in Israele nel febbraio 2020. La prima tappa, durante la visita organizzata, fu al Kohelet Policy Forum , il think tank conservatore che è stato un importante partner negli sforzi del Governo Netanyahu per indebolire il sistema giudiziario. Novanta leader evangelici – poi raggiunti da quasi altri 2.000 – hanno firmato una dichiarazione affermando: “In linea con la tradizione cristiana della Guerra Giusta , affermiamo anche la legittimità del diritto di Israele di rispondere contro coloro che hanno avviato questi attacchi poiché “Romani 13” garantisce ai governi il potere di portare la spada contro coloro che commettono atti così malvagi contro la vita innocente” .  Insomma, gira che ti rigira, i compari si ritrovano sempre, anche quando la posta in gioco è la devastazione della civiltà. Ma a che serve la storia?
par Libero Gentili 25 oct., 2023
Se Joe Biden fosse stato romagnolo, i suoi compaesani lo avrebbero rimbrottato: “Mai lighér i can con el sulzézz!” (non legare mai i cani con la salsiccia). Un detto popolare che, notoriamente, veniva usato per dare dello sprovveduto a chi se lo meritava; poi la scelta, in sé, costituiva veramente uno spreco. Ma per estensione, come succede per tutti i proverbi, potrebbe anche suggerire che le misure di sicurezza e soprattutto le scelte andrebbero prese adeguatamente, perché la loro inefficacia potrebbe causare danni ben più gravi. Sostenere due guerre non è facile, anche per chi possiede un salumificio. In che modo gli Stati Uniti aiuteranno sia Israele, che l’Ucraina? Le risorse di una nazione contano sicuramente ma, la storia ce lo insegna, spesso non bastano perché ciò che più conta sono le decisioni strategiche, soprattutto con chi si sceglie di allinearsi. Le prime parole che il presidente ha pronunciato il 20 Ottobre, dopo aver salutato i suoi “fellow Americans” sono state: “Siamo di fronte a un punto di svolta nella storia: uno di quei momenti in cui le decisioni che prendiamo oggi determineranno il futuro per i decenni a venire”. Le stesse, quasi identiche parole le pronunciò quando iniziò il suo mandato, affermando che la politica degli Stati Uniti si trova a un punto di svolta, in cui le decisioni che gli americani prendono ora avranno un impatto enorme sul futuro. Ma in quasi tre anni, dall’inizio del suo mandato, gli eventi si sono susseguiti in maniera vertiginosa, come avviene normalmente man mano che proseguiamo nella storia. Quindi la sua visione di quasi tre anni fa sta rapidamente diventando un ricordo. Ma quel ricordo il Presidente lo ha ricollocato, come se nulla fosse, in un contesto diverso; di grande interdipendenza. Il fatidico 11 settembre di ventidue anni fa ha segnato, caratterizzato, plasmato l’intera politica estera degli Stati Uniti , garante la loro preminenza economica e militare rispetto al resto del mondo, con lo scopo di perseguire le cosiddette nazioni canaglia , ma con conseguenze che non ci vuole poi molto a definire quanto meno deludenti, se non disastrose. Certamente il potere americano si basa anche sulle sue alleanze: “le alleanze americane sono ciò che mantiene noi, l’America al sicuro. I valori americani sono ciò che ci rende un partner con il quale le altre nazioni vogliono lavorare.” Ma le alleanze a cui il Presidente americano probabilmente si riferisce erano state create per un’epoca diversa. Attualmente la guerra in Ucraina prosegue inconcludente e quella attuale, che contrappone l’alleato Israele ad Hamas, potrebbe produrre una catena di eventi che rovescerebbero il primato degli Stati Uniti in Medio Oriente. Se ci pensiamo bene, non c’è molta coerenza nell’immagine che questa nazione sta dando al mondo, soprattutto agli occhi del mondo arabo: condannare un’invasione in Ucraina e, al tempo stesso, sostenerne una a Gaza. Nonostante ciò, dopo il suo ritorno da Israele, collegando direttamente le due guerre, Biden ha proposto un finanziamento di emergenza di 106 miliardi di dollari, di cui 61 sarebbero destinati all’Ucraina, 14,3 a Israele e 14 per la gestione del confine tra Stati Uniti e Messico. Di fronte allo scetticismo espresso dall’altro polo, quello repubblicano, Biden ha replicato che “Hamas e Putin rappresentano minacce diverse, ma hanno questo in comune: entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina”. La petizione di principio, in sé, non fa una piega. Ma siamo proprio sicuri che questa generalizzazione del termine democrazia, che nessuno avrebbe il coraggio di contestare, possa effettivamente calzarsi a pennello sulla politica che sta attualmente conducendo il governo di Benjamin Netanyahu ? Da quando è iniziata questa tragedia, a Gaza sono morti più di 1.700 bambini palestinesi ; 120 al giorno! è una statistica impossibile da ignorare. Uccidere migliaia di persone, mutilarne decine di migliaia e lasciarle senza niente, solo perché il Governo attualmente in carica identifica questi abitanti con il terrorismo di Hamas, non sembra un grosso modello di democrazia. Né è possibile, a quanto pare, esprimere pubblicamente compassione per i bambini morti a Gaza, perché questo potrebbe sfociare in un linciaggio da parte di una folla fascista come è successo, a Israele, al giornalista di sinistra Israel Frey per aver recitato la preghiera ebraica in lutto per le donne e i bambini che, secondo lui, erano stati "massacrati". Al momento in cui sto scrivendo, una cinquantina di persone, secondo media israeliani, potrebbero ritrovare la libertà, grazie ad un accordo mediato dal Qatar . Ma questi sono sviluppi che non bastano a dissuadere Israele dall’intenzione di procedere con un’offensiva di terra a Gaza; il suo inizio è solo rimandato. Quello che è molto grave è che la stampa internazionale non sta affatto dando risalto al fatto che Benjamin Netanyahu è considerato, da una vasta area non indottrinata dell’opinione pubblica israeliana, il principale responsabile di questo disastro . Secondo alcuni giornalisti israeliani, per 14 anni la politica di “Bibi” (soprannome affibbiato al primo ministro) è stata quella di mantenere Hamas al potere. Si ritiene che “il modus operandi della politica di Netanyahu dal suo ritorno all’ufficio di Primo Ministro nel 2009 continua a rafforzare, da un lato, il governo di Hamas nella striscia di Gaza e, dall’altro, a indebolire l’Autorità Palestinese”. Da parte di quell’area non indottrinata del paese si grida: “Netanyahu deve andarsene adesso, non dopo la guerra di Gaza” . Attualmente i legislatori del partito al governo israeliano Likud, di destra, chiedono apertamente e sfacciatamente una seconda "Nakba” [la “distruzione” dell’identità palestinese avvenuta in concomitanza con la cacciata dalle loro terre, nel momento stesso in cui nasceva lo Stato d’Israele]. È vero che nel tempo le parole acquistano e addirittura stravolgono, nell’uso che se ne fa, il loro valore etimologico; neologismi e termini di recente creazione contribuiscono in misura notevole. Ma la parola “democrazia” nasce come termine “fattuale”; in sostanza non può essere soggetta a diminuzioni o alterazioni di valore: o c’è, o non c’è. Per chi ha ascoltato il messaggio del Presidente Joe Biden agli americani sull'appoggio incondizionato a Israele, non credo ci sia difficoltà ad ammettere che si è trattato solo di un inno alla grandezza del paese: "noi siamo gli Stati Uniti d'America; GLI STATI UNITI D'AMERICA!". Ma grandezza e democrazia non è detto che vadano sempre a braccetto.
par Libero Gentili 24 oct., 2023
Oltre diecimila manifestanti con le bandiere di Israele e candele in mano sono scesi in piazza a Berlino per condannare l'antisemitismo crescente nel paese, alla luce degli eventi recenti. Il presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier , ha dichiarato alla manifestazione, tenutasi davanti alla Porta di Brandeburgo: "È insopportabile che oggi gli ebrei vivano di nuovo nella paura, proprio nel nostro Paese" , ribadendo così il "fermo sostegno" della Germania a Israele. E, sempre domenica, nella stessa capitale tedesca, gli agenti della polizia hanno “circondato” i partecipanti a una manifestazione in supporto del popolo di Gaza. Gli eventi pro Palestina sono stati addirittura vietati in città. Da quando è iniziata questa tragedia, a Gaza sono morti più di 1.700 bambini palestinesi ; 120 al giorno! è una statistica impossibile da ignorare. Uccidere migliaia di persone, mutilarne decine di migliaia e lasciarle senza nulla non favorirà alcun interesse, se non quello del primo ministro Benjamin Netanyahu , appartenente al Likud , il partito di destra. Ma la compassione pubblica per i bambini morti a Gaza potrebbe anche sfociare in un tentativo di linciaggio da parte di una folla fascista come è successo, a Israele, al giornalista di sinistra Israel Frey per aver recitato la preghiera ebraica in lutto per le donne e i bambini che, secondo lui, erano stati "massacrati" . https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-15/ty-article/.premium/far-right-israelis-threaten-attack-journalist-who-dedicated-a-prayer-to-gaza-victims/0000018b-3434-d450-a3af-7d3ccb9d0000 Attualmente i legislatori del partito al governo israeliano chiedono apertamente e sfacciatamente una seconda "Nakba” [la “distruzione” dell’identità palestinese avvenuta in concomitanza con la cacciata dalle loro terre, nel momento stesso in cui nasceva lo Stato d’Israele]. Il ministro della Difesa ordina di negare acqua, cibo e carburante a milioni di civili, un paese il cui presidente, afferma che tutti gli abitanti di Gaza sono responsabili dei crimini di Hamas. Quello che i Tg occidentali e la stampa non mettono in risalto o, addirittura tacciono, è che Benjamin Netanyahu è considerato, da una vasta area non indottrinata dell’opinione pubblica, il principale responsabile di questo disastro. Si sostiene che, addirittura abbia sostenuto Hamas, per indebolire l’autorità ufficiale palestinese. Un primo ministro che sta lentamente impoverendo la libertà democratica dello Stato di Israele. Un personaggio del quale, a quanto pare, persino Joe Biden è innamorato… Ma da parte di quell’area non indottrinata del paese si grida: “Netanyahu deve andarsene adesso, non dopo la guerra di Gaza” . Ora, una piccola riflessione la vogliamo fare? Se abbiamo il coraggio di dichiarare “Pane al pane e vino al vino”? I fatti vanno collegati: a Berlino, da un lato manifestazione per le attuali vittime in Israele e, dall'atro, boicottaggio per le manifestazioni pro palestinesi di Gaza. I tedeschi stanno condannando l’anti semitismo… ma un anti semitismo da parte di chi? Antisemita è Hamas e non i poveracci – poveracci nel vero senso della parola – che abitano a Gaza e che stanno per scomparire sotto delle macerie causate dai bombardamenti, senza cibo, senza luce, senz’acqua. Ma questo non impedisce ai tedeschi di gridare: "È insopportabile che oggi gli ebrei vivano di nuovo nella paura" . E certo. Durante l’olocausto gli ebrei si distinguevano dai nazisti, ovviamente, ma a distanza di ottant’anni le cose sono un pò cambiate. Oggi il governo israeliano di Netanyahu è vicino all’ideologia nazista; nel suo paese una buona parte dell'opinione pubblica lo chiama fascista. Quindi, cari tedeschi, solidarietà solo alla destra Israeliana! Il lupo perde il pelo, ma non il vizio!
par Libero Gentili 21 oct., 2023
Gli israeliani hanno pianto, guardando le dichiarazioni di Biden agli americani. Un discorso pieno di tanta, tanta retorica dove non c’è stato un accenno alle sofferenze che la popolazione palestinese patisce per la cancellazione della loro identità dal 1948, data sancita come “Nakba” , la “distruzione” del loro passato, la cacciata dalle loro terre. Quello che si può ascoltare in quelle parole è solamente un inno alla grandezza dell’America, una esaltazione della sua politica estera che, dalla fine della guerra fredda, ha dato solo tragedie. Ma la metà del partito di Biden è pronto a rivoltarsi contro di lui se ci sarà un sostegno “eccessivo”. La notte prima della visita del Presidente americano a Tel Aviv , c'è stata un'esplosione mortale in un ospedale di Gaza. I governi arabi hanno rapidamente abbracciato l'affermazione di Hamas secondo cui dietro l'attacco c'era Israele e i manifestanti sono scesi nelle strade di tutto il Medio Oriente. Ma Biden ha appoggiato la versione israeliana che accusava un fallito lancio di razzi da parte di un gruppo militante. (Bloomberg) Magen Inon è un padre israeliano di tre figli residente a Londra, insegnante e titolare di un dottorato in filosofia dell'educazione. “Ho perso i miei genitori nell'attacco di Hamas. La mia famiglia vuole la pace, non la vendetta per la loro morte” “desidero parlare di quella che credo sia l'eredità dei miei genitori. Le persone di entrambi i lati del confine hanno buone ragioni per odiarsi a vicenda. Questo viene utilizzato da coloro che si nutrono di odio. Ma questa non può essere l’unica opzione. La mia famiglia non cerca vendetta. I miei genitori trattavano le persone in base alle loro azioni, non alla loro affiliazione a qualche gruppo. Veniamo confortati da persone di ogni ceto sociale, indipendentemente dalla loro religione, etnia o genere. Anche amici intimi della comunità beduina hanno perso i propri cari nell'attacco. “Il nostro futuro condiviso si basa sulla convinzione che tutti gli esseri umani sono uguali e meritano rispetto e sicurezza. È così che sono cresciuto e così sto crescendo i miei figli. A lungo termine, e anche se molto lontano, l'unico vero futuro è quello della speranza e della pace. Per favore, fermate la guerra”. The Guardian Amnesty International ha condannato la direttiva emessa l’8 gennaio dal nuovo ministro israeliano per la Sicurezza nazionale , Itama Ben-Gvir , che definisce la bandiera palestinese simbolo del “terrorismo” e istruisce la polizia a rimuoverla dai luoghi pubblici. La direttiva avrebbe l’obiettivo di impedire “l’incitamento” contro Israele, mentre secondo Amnesty International rappresenta un grave attacco al diritto alla nazionalità e a quelli alla libertà d’espressione e di riunione pacifica. Inoltre, si tratta dell’ennesimo provvedimento adottato negli ultimi tempi dalle autorità israeliane per ridurre al silenzio il dissenso e limitare le proteste, comprese quelle in favore dei diritti della popolazione palestinese, tra i quali la crescente repressione sulla società civile palestinese e l’aumento degli arresti e delle detenzioni amministrative contro gli attivisti palestinesi. “Da decenni la bandiera palestinese è simbolo di unità e resistenza contro l’occupazione illegale israeliana ed è usata nel mondo in segno di solidarietà verso la popolazione palestinese. È profondamente ironico che le autorità israeliane, per giustificare la loro direttiva, facciano riferimento all’incitamento, quando è proprio quel provvedimento ad alimentare l’odio razziale e ad acuire le divisioni. Si tratta di una delle tante misure, assunte nell’ambito del sistema israeliano di apartheid, che hanno l’obiettivo di minimizzare la presenza e la visibilità dei palestinesi e ridurre al silenzio le loro voci” (Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord). In Germania, il ricordo inquietante dell’uccisione di sei milioni di ebrei europei da parte dei nazisti durante l’Olocausto ha particolarmente suscitato tensioni. "La nostra storia, la nostra responsabilità per l'Olocausto rende nostro dovere in ogni momento difendere l'esistenza e la sicurezza di Israele" , ha detto ai legislatori il cancelliere tedesco Olaf Scholz . Oltre a vietare le proteste, le autorità educative di Berlino hanno anche considerato di vietare agli studenti di indossare la Sciarpa kefiah palestinese e adesivi come "Palestina libera" . È veramente deprimente quando valori umani, come quelli sopra citati, vengono impiegati per produrre altre persecuzioni, soprusi e ingiustizie rivolte in un’altra direzione. Il tutto per rimanere “coerenti” con il mainstream della politica dei più forti. Oggi sono in corso manifestazioni in tutto l’occidente. I manifestanti di Londra dicono di aspettarsi che quasi 200.000 persone marceranno a sostegno degli abitanti di Gaza. "Chiederemo un cessate il fuoco e la fine della violenza, la fine dell'assedio israeliano e l'invio immediato di tutti gli aiuti umanitari a Gaza", ha detto al TIME un portavoce della Palestine Solidarity Campaign . La catastrofe (Nakba) che il popolo palestinese ha vissuto a seguito della guerra del 1948 e della creazione dello stato di Israele è iniziata con una visione. Nel 1895, due anni prima della convocazione del primo Congresso Sionista , Theodor Herzl , il fondatore del movimento sionista, descrisse nei suoi diari il piano per espellere i Palestinesi. "Cercheremo di dare spirito alla “popolazione senza un soldo” oltre il confine procurandogli occupazione nei paesi di transito, negandole qualsiasi occupazione nel nostro paese. . . Sia il processo di espropriazione che di rimozione dei poveri devono essere eseguiti in modo discreto e circospetto”. “Per quanto riguarda i ricchi (aggiungeva) verrebbero comprati. Lasciamo che i proprietari di beni immobili credano che ci stanno imbrogliando, vendendoci cose per più di quanto valgono. Non stiamo per rivendere nulla” (Herzl 1960: 88) Socrate ha notoriamente fatto riferimento al problema morale nel suo Dialogo con Eutifrone : “Non credo che abbiano il coraggio di dire o sostenere che se stanno sbagliando non dovrebbero pagare una penalità. Quello che dicono, credo, è che non stanno sbagliando” E' così che ci si salva la faccia!
par Libero Gentili 20 oct., 2023
Gaza sta già affrontando una grave crisi umanitaria a causa dei bombardamenti israeliani senza precedenti e delle aspettative di un’incursione di terra. Giovedì il presidente Biden ha invitato gli americani a sostenere Israele (e l’Ucraina), affermando in un discorso agli americani, in prima serata, che fornire aiuti militari ed economici ai paesi è nell’interesse della stabilità globale e della sicurezza nazionale. Ma è proprio così? "La storia ci ha insegnato che quando i terroristi non pagano un prezzo per il loro terrore, quando i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressione, causano più caos, morte e più distruzione… Continuano ad andare avanti. E il costo e le minacce per l’America e il mondo continuano ad aumentare " , ha detto Biden da dietro la Resolute Desk , la scrivania dell’Ufficio Ovale della casa Bianca, descrivendo la sua richiesta di aiuto come “un investimento intelligente che pagherà dividendi per la sicurezza americana per generazioni”. Il Presidente ha pronunciato il discorso mentre la sua amministrazione si preparava ad opporsi alla sua richiesta di 74 miliardi di dollari di assistenza per i due paesi. Dopo l’11 settembre, negli Stati Uniti il terrorismo internazionale diventò la massima priorità nazionale. Ma con il precedente mandato presidenziale di Donald Trump sortì la promessa di porre fine a quelle che lui ha battezzato “endless wars” (le guerre senza fine), ritirando le truppe USA dai campi di battaglia mediorientali. Questo ha contribuito ad una lenta ma costante diminuzione dell’importanza che i cittadini americani attribuiscono alla lotta al terrorismo tra le loro priorità. Oggi Biden dovrà sicuramente affrontare la domanda se gli Stati Uniti possono permettersi di finanziare due guerre straniere. I dati mostrano che il deficit americano si è avvicinato ai 2 mila miliardi di dollari e che l’inflazione rimane fastidiosamente elevata. Ma oltre alla evidenza incontrovertibile di questi dati, pesa in maniera non trascurabile l’orientamento politico abbastanza convergente dei due schieramenti: i democratici progressisti si oppongono ferocemente all’invio di armi a Israele e i repubblicani conservatori hanno messo in dubbio la necessità di aggiungere qualcosa d’altro agli oltre 100 miliardi di dollari già approvati in aiuti militari ed economici inviati all’Ucraina. “La leadership americana è ciò che tiene insieme il mondo” , ha detto il Presidente. “Le alleanze americane sono ciò che mantengono noi, l’America, al sicuro. I valori americani sono ciò che ci rende un partner con cui altre nazioni vogliono lavorare”. La sua retorica ispirata sicuramente all’amore per l’Israele di Netanyahu , la quale sottolinea dietro le righe che l’indipendenza palestinese può attendere ancora, si scontra con la popolazione la quale rimane concentrata su preoccupazioni più vicine a casa: inflazione, assistenza sanitaria, lavoro, immigrazione e criminalità. Ma le Forze di Difesa israeliane e il Ministero della Difesa israeliano hanno detto alle loro controparti statunitensi che hanno urgentemente bisogno di proiettili di artiglieria per prepararsi a un’invasione di terra a Gaza. I funzionari statunitensi vicini a Biden suggeriscono che dirottare i proiettili dall’Ucraina a Israele non avrebbe alcun impatto immediato sulla capacità dell’Ucraina di combattere contro le truppe russe; ma se la guerra tra Israele ed Hamas diventasse un conflitto regionale più ampio? L’ Iran fornisce aiuti finanziari, assistenza militare e addestramento ad Hamas ; Libano e Siria non vanno certamente a braccetto con Israele. La Russia potrebbe metterci lo zampino, come è sua abitudine, per distrarre gli osservatori dalle sue depredazioni in Ucraina. La Cina interessata alla fornitura di petrolio dal Medio Oriente attualmente si dimostra abbastanza distaccata, ma se le azioni dell’Iran dovessero indebolire la posizione degli Stati Uniti, l’acquolina alla bocca per il conflitto potrebbe stuzzicarla. Quindi la situazione sul terreno è abbastanza fluida, anzi potremmo dire che si tratta di vere e proprie sabbie mobili, e non vi è alcuna garanzia che possa reggere in futuro. In Israele sembra che tutti non siano d’accordo con la politica destrorsa di Netanyahu. Il quotidiano israeliano Haaretz fortunatamente non si fa crescere i peli sulla lingua e non sembra molto allineato; quindi abbastanza attendibile per chi osserva da fuori. Questi sono solo alcuni commenti da parte dei suoi lettori: - Netanyahu e, per procura, gli Stati Uniti sono in gran parte responsabili, poiché gli Stati Uniti fingono di essere moralmente in vantaggio in Ucraina mentre hanno permesso a Israele di imporre l’apartheid al popolo palestinese. Era solo questione di tempo e ora Israele ha la scusa per massacrare apertamente i palestinesi, ora con una copertura mediatica che sarà ossessionata dalla guerra mentre ignorerà l’oppressione. - Bibi [Netanyahu] ha trascorso gran parte della sua vita adulta aspettando il suo momento, aspettando di diventare un eroe come suo fratello, respingendo nel frattempo i procedimenti giudiziari, stringendo accordi corrotti, alleandosi con i nemici della democrazia, facendo il massimo danno, assumendo i suoi alleati nella guerra. La pressa dell'ala destra carteggerà via i bordi ruvidi. Un classico narcisista: anche adesso sospetto che abbia difficoltà a capire che ciò che sta accadendo non sta accadendo solo a lui. In ogni caso spera di trasformare questo momento a suo massimo vantaggio (le sue richieste di un "governo di unità", così come le sue minacce, sembrano palesemente egoistiche). La gente comune, da entrambi i lati della questione, sta pagando un prezzo atroce per le nevrosi di Bibi e per la sua colossale vanità. - Sicuramente, la colpa dell’inaspettata guerra tra Hamas a Gaza e Israele deve essere il Primo Ministro Benjamin Netanyahu. Il fallimento dell'intelligence israeliana è il risultato dei capricci di Netanyahu. È stata sprecata tanta energia nel tentativo di indebolire i tribunali e di metterli sotto il controllo del governo di coalizione. Ciò creò grande opposizione. Le riserve dell’IDF [Forze di Difesa Israeliane] nell’aeronautica, nell’intelligence, nelle forze di terra e di mare si sono rifiutate di servire la malvagia coalizione di Netanyahu. Sono patriottici e non sostenitori di una coalizione sulla via del fascismo. Ciò ha comportato un indebolimento delle forze di sicurezza. La seconda ragione è l’aumento degli stanziamenti del bilancio statale per progetti ultraortodossi a spese dei contribuenti. Deriva dalla riduzione dei budget per i servizi essenziali come la sanità, l’istruzione, i trasporti e dal miglioramento delle infrastrutture. Tutto questo e altro ancora per tenere Netanyahu fuori di prigione. Ha bisogno di questi partiti religiosi e di questi buffoni estremisti di destra anche nel suo gabinetto. Hamas era consapevole e ha agito. Beh, queste cose i Tg occidentali non le diffondono. E, comunque, a Netanyahu sono finiti sia i proiettili che i quattrini, quindi se “zio Joe” si riprende un attimo dalla sua “Basorexia” per Benjamin … saranno cavoletti amari.
par Libero Gentili 19 oct., 2023
Un nuovo termine è entrato a far parte del linguaggio nel mondo del social network: “shadow ban” che, tradotto letteralmente dall’inglese, suonerebbe qualcosa come “divieto ombra” ma che, in sé dice poco o niente. In sostanza si tratta di un provvedimento, da parte del proprietario di quel network, da Facebook e Twitter a Telegram e così via, di “bannare” , ovvero di silenziare un utente per motivi insindacabili, in modo che i suoi contenuti non siano più visibili nei “feed” , nella funzione “esplora” , o nelle pagine degli “hashtag” (#) ma, cosa più importante, senza che l’interessato ne sia al corrente. Di solito questi contenuti venivano rimossi a seguito di infrazioni delle regole di comportamento; una censura della quale, però, l’interessato veniva a conoscenza. L’unico modo per farlo, ora, è passivo, cioè quell’utente che era abituato a centinaia, o migliaia di “like” se ne ritrova solo tre o quattro nell’arco di un mese. Bene. Sappiamo, oramai per esperienza, che i network che inizialmente erano nati per allargare il campo dell’informazione a vantaggio di chi navigava in rete, ora sono diventati un mezzo per “controllare nell’ombra” un utente – una funzione più mirata rispetto allo “shadow ban” , del divieto ombra - entrando così nella guerra mediatica che, inevitabilmente, si associa alla guerra convenzionale, rafforzandola. Dall’inizio degli attacchi israeliani a Gaza, soprattutto i palestinesi e i difensori della causa palestinese si ritrovano “shadowbannati” , per cui una semplice ricerca su qualsiasi social network farà apparire centinaia di account di utenti i quali affermano di essere stati sottoposti alla revisione della visibilità, limitandone la comparsa nei feed di notizie o nelle ricerche. Ma, fin qui, la cosa seppur spiacevole potrebbe non costituire un grosso problema. Leggendo, però, i tanti messaggi dedicati a questo tema si vede, innanzi tutto, che si tratta di una questione politica. La popolazione palestinese intrappolata a Gaza vede i social media come l’unica arma per aumentare la consapevolezza internazionale. Prendiamo, ad esempio, l'esplosione all'ospedale arabo Al-Ahli di Gaza che ha ucciso 471 persone. Il presidente Biden che si è affrettato, durante la sua visita a Tel Aviv, a tranquillizzare il suo caro alleato Benjamin Netanyahu , e si è detto "profondamente rattristato e indignato" per l'esplosione, sostenendo l’affermazione israeliana secondo cui l’esplosione mortale sembra essere stata causata da un razzo palestinese andato male; gli USA – sostiene - ne possiedono le prove; "I dati mi sono stati mostrati dal mio dipartimento della difesa". Quando, in realtà tra accuse e controaccuse, arrivare alla verità del fatto è più difficile che mai. La BBC Verify ha contattato 20 “think tank” , università e aziende con esperienza nel settore degli armamenti. Nove di loro devono ancora rispondere, ma finora i dati sono inconcludenti. ( https://www.bbc.com/news/world-middle-east-67144061?utm_source=Gmi+Mailchimp+INTEGRATION+Prod+List&utm_campaign=ea22266199-EMAIL_CAMPAIGN_2018_07_08_04_14_COPY_17&utm_medium=email&utm_term=0_ff3735a749-ea22266199-57316641 ). Però, cari miei, una fonte vicina alla questione ha detto all'agenzia di stampa Reuters che il presidente degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di chiedere al Congresso 10 miliardi di dollari in aiuti per Israele già da venerdì ma… tranquilli, ha anche affermato che 100 milioni di dollari in finanziamenti statunitensi saranno stanziati per sostenere i civili palestinesi! Una bella proporzione perché, in effetti, Israele ne ha proprio bisogno! La guerra è una preoccupazione perpetua in Israele, ma sono passati decenni da quando gli israeliani hanno dovuto chiedersi se oggi potrebbe essere il giorno in cui i loro confini saranno superati e i loro nemici andranno di costruzione in costruzione per decidere chi massacrare. L’identità palestinese cancellata per sempre e la sua bandiera sciolta nell’acido muriatico. Il governo israeliano, giorni fa, ha portato un autobus carico di giornalisti a Sderot , la città israeliana più vicina all'estremità settentrionale di Gaza. Amichai Chikli (del Likud , il maggior partito di destra al governo), il quale guida due ministeri, Affari della Diaspora e Uguaglianza Sociale, si è presentato con una Glock , una pistola semi automatica, stretta contro la parte bassa della schiena. Il suo messaggio principale è stato che il nemico “non era solo Hamas” e che “comuni cittadini di Gaza” erano stati tra coloro che saccheggiavano, “uccidevano persone, bruciavano persone nelle loro case, decapitavano persone, compresi i bambini”. “A Gaza, costringono i loro figli ad assistere alla macellazione degli animali durante l’ Eid al-Adha a prendere il cuore dell’animale e a trattenerlo, in modo che possano essere cattivi e brutali quando crescono”. Questa festa si basa su una storia nota tanto agli ebrei quanto ai musulmani: Dio impedì ad Abramo di sacrificare suo figlio e sostituì il povero ragazzo con un ariete. Molti genitori potrebbero preferire di risparmiare ai propri figli la vista di un animale morto dissanguato. Ma questo rituale non è pensato per addestrare gli assassini, e sembrava proprio che Amichai Chikli pensasse che anche i musulmani comuni fossero abusatori omicidi di bambini. Mi ricorda molto quello che parecchio tempo fa dichiarò ai media l’ex cavalier Berlusconi , affermando che i cinesi bollivano nei pentoloni i bambini e poi se li mangiavano. E lo diceva seriamente, perdio! Ma il fatto più inquietante, in questi giorni, è la reazione di quasi la totalità del mondo occidentale nel dichiarare pubblicamente che “Israele ha tutto il diritto di difendersi, ma al tempo stesso dobbiamo aiutare la popolazione di Gaza” . Questa frase, che sembra essere l’espressione di una parola d’ordine convenzionale, se ci pensate, nasconde una palese contraddizione; quasi un ossimoro strategico. Chi si deve difendere, in tal caso Israele, non lo fa sollevando scudi come potrebbero pensare gli sprovveduti che stanno ascoltando alla tv. Lo farà cercando di neutralizzare il nemico, ma non con le minacce verbali, non fateci ridere, bensì con tutte quelle strategie di guerra che la situazione richiede; come d’altra parte sta avvenendo in questi giorni. Però, al tempo stesso la frase auspica l’aiuto della popolazione di Gaza! Ma come? Aiutandoli a morire con pietà? Ma certamente, questa seconda parte della frase viene aggiunta per non apparire disumani agli occhi della gente. Come si chiama tale comportamento? Non lo voglio dire, perché è troppo facile. Tutti, come un coro organizzato, hanno proferito la stessa frase. Dalla Presidente della Commissione Europea , Ursula von der Leyen , al Presidente americano Joe Biden , pedina invecchiata di un potere più grande di lui; unica alternativa, sino a poco tempo fa, al pericolo trumpiano , che Dio ce ne liberi! E per un ateo viscerale come me, fare questa invocazione dà la misura di quanto la mia espressione sia accorata. All’Italia, pedina di… non si sa più di chi, nella quale da una generazione a questa parte non si è più visto un politico con le p*lle in grado di governare, e la cui componente di quello attuale può essere sostanzialmente espressa con la frase fanciullesca “…da grande voglio fare il pulizziotto” . Insomma, il mondo ha perduto la prima qualità che per parecchi anni ha assicurato l’equilibrio geopolitico: la coerenza. Suvvia, andiamola a cercare, in qualsiasi parte del globo si sia nascosta perché, diversamente, la profezia Maya , che abbiamo deriso fino all’altro ieri, si attuerà quanto prima!
par Libero Gentili 18 oct., 2023
Ci stiamo abituando, non tutti fortunatamente, a scenari devastanti che purtroppo rappresentano una sorta di “intrattenimento” solo perché quei fatti sono distanti da noi e sembrano addirittura appartenere ad un altro sistema solare. Così è stato per l’inizio della guerra di aggressione in Ucraina, così è per i fatti non meno gravi nella Striscia di Gaza. Chi ci guadagna in tutto questo (è brutto dirlo, ma è la realtà) è l’intrattenimento mediatico all’interno del quale “esperti” , "commentatori" , “ospiti dei Tg" ), “frequentatori dei salotti televisivi” tirano fuori le più contorte e a volte buffonesche teorie per riempire il palinsesto di quella emittente. Ma ancor più grave, per noi, è l’impatto che tutto ciò ha sul cittadino ignorante (beh, diciamo… “colui che ignora”), che non si è mai occupato di questo tipo di cultura, la politica internazionale, che non si informa seriamente su ciò che avviene nel mondo ogni giorno e si lascia influenzare emotivamente dalle peggiori stronzate che i social regalano loro ogni mattina… gratis!!! Ma l’emotività è il passe-partout con i quale si possono soggiogare le persone, a cominciare dalla pubblicità sulle vendite, fino alla politica dei giorni attuali. Tutti siamo assolutamente d’accordo (e spero che lo saremo per sempre, nonostante i negazionisti) sulle atrocità che il popolo ebraico ha subito ad opera degli aguzzini, che stanno purtroppo rispuntando in ogni parte del mondo, del regime nazi-fascista. E ogni volta che assistiamo a una pellicola di questo genere, quelle immagini suscitano rabbia e lacrime. Perché? Ce lo chiediamo seriamente? La risposta più ovvia e immediata è la pietà che proviamo per le sofferenze di quelle persone. Ma non basta!... e forse non è la motivazione principale. Guardiamoci dentro, ogni tanto, e forse scopriamo che chi dentro di noi strilla, ancor più indignato, è il senso dell’umanità, di tutte quelle qualità intrinseche che fanno parte dell'uomo civile come l’amore, la fratellanza, la solidarietà, la pietà… indipendentemente dalle le persone che stanno subendo le atrocità. Per cui, se al posto di quelle vittime senza colpa ci fossero esseri umani che potrebbero non eccellere in bontà e moralità, ma che comunque vengono brutalizzati, torturati disumanamente… forse non proveremmo ugualmente lo stesso senso di pietà? Voglio dire, in sostanza, che dovremmo smetterla di correre dietro ai soliti luoghi comuni, perché il mondo cambia e la politica, soprattutto, segue le regole della convenienza, di chi è al comando e alla guida di una nazione. E allora, proviamo a guardare ai fatti con occhi disincantati, cercando di ragionare con il nostro cervello, di non aderire supinamente ai giudizi degli imbonitori di turno. Propongo un breve estratto dall’articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista “The Atlantic” . Potete leggerlo, per intero, a questo link: https://www.theatlantic.com/interna... “Quando le forze israeliane lasciarono Gaza 18 anni fa, erano stati stabiliti insediamenti israeliani, principalmente nella parte meridionale di Gaza, e ci volle l'autorità del primo ministro Ariel Sharon per ordinarne la rimozione forzata. I rimorsi di coscienza per l’espropriazione dei palestinesi non erano, per così dire, la sua motivazione principale. Lo Stato ebraico poteva mantenere più facilmente il suo carattere ebraico quando non era mescolato con i non ebrei. E Gaza, in particolare Gaza City , è così piena di musulmani che nessun tipo di costruzione di insediamenti israeliani potrebbe far pendere la bilancia a favore degli ebrei. Ciò richiederebbe una pulizia etnica. Si può capire perché i residenti di Gaza City potrebbero, in questo contesto, essere riluttanti ad andarsene solo perché Israele glielo dice. Gli abitanti di Gaza sanno che se se ne vanno, dovranno fare affidamento sulla buona volontà di Israele per farli rientrare e non sfruttare questo momento per rimodellare la demografia della regione. Anche se Israele non riuscisse a svuotare la città e a sostituire la popolazione, il governo potrebbe rendere l’area inabitabile e spingere una parte dei suoi abitanti arabi all’esilio permanente. Il governo israeliano era sfacciatamente di destra molto prima che Hamas attaccasse, e anche il recente allargamento di emergenza della coalizione per includere figure più centriste non ha cancellato la sua inclinazione. La sinistra israeliana ha definito i leader del governo “fascisti” , “fanatici” e “squilibrati” . Il rappresentante del governo che è venuto a parlare alla stampa a Sderot è stato un bell'esempio dell'aggressione da cartone animato che la sinistra vede negli alleati del primo ministro Benjamin Netanyahu. La retorica intollerante ha delle conseguenze, e una di queste è che la vendetta di Israele sarà più complicata e miserabile per tutti i soggetti coinvolti di quanto dovrebbe essere. Anche questo rappresenta un pesante fardello morale”.
par Libero Gentili 16 oct., 2023
Questa è, molto succintamente, la storia e la situazione attuale. La guerra arabo-israeliana del 1948 , che si concluse con la creazione dello Stato di Israele , fu fatta per simboleggiare la loro rinascita dopo la loro persecuzione in Europa e la soggezione al genocidio nazista. Da quel momento i palestinesi furono esclusi dallo svolgimento della loro storia. Quella guerra portò alla creazione dello stato di Israele e alla contemporanea devastazione della società palestinese. Almeno l'80 per cento dei palestinesi che vivevano nella maggior parte della Palestina, su cui si stabilì Israele, divennero dei rifugiati. Quei fatti rappresentarono la catastrofe della loro identità e sono ancora oggi ricordati con il termine NAKBA , (la catastrofe): la nascita dello stato di Israele e la morte dell’identità palestinese. Da allora la rabbia, il giustificato risentimento di questo popolo ha partorito, purtroppo, movimenti estremisti dando luogo a quello che oggi chiamiamo terrorismo. I rifugiati palestinesi sono in tutto il Medio Oriente, in particolare in Giordania, Siria e Libano, ma sono sopratutto in Cisgiordania (West Bank) e nella Striscia di Gaza , che gli israeliani si apprestano a radere al suolo, sotto gli occhi di tutto il mondo, in particolare dell’amministrazione americana, stretta alleata di Israele, la cui presidenza Biden sta dimostrando il peggio del suo mandato. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken , di genitori ebrei, ha dichiarato che il valico di frontiera di Rafah (che nel frattempo l’Egitto ha chiuso) sarà aperto per permettere l’evacuazione di circa cinquecento cittadini statunitensi, ma non per far uscire i profughi palestinesi. Nonostante ciò Israele ha ordinato ai palestinesi di lasciare le loro case, perché a breve comincerà un’operazione militare di terra proprio nel nord della striscia; i palestinesi potranno evacuare solo se spunteranno loro le ali. Quindi si presenta una nuova NAKBA, una storia di cambiamenti catastrofici, una soppressione violenta, ma anche il legittimo rifiuto di scomparire per sempre che, INEVITABILMENTE, porterà a nuovo terrorismo nel mondo. Ciascuno di noi può fare qualcosa, cominciando innanzi tutto ad evitare... qualsiasi forma di razzismo compreso il (reale) antisemitismo… o punti di vista islamofobici.
par Libero Gentili 04 oct., 2023
Un musulmano picchiato da un rappresentante del Bharatiya Gauraksha (protezione delle vacche) fonte: The Quint
par Libero Gentili 30 sept., 2023
La rapida trasformazione politica dell'India la sta relegando tra i paesi meno democratici del mondo.
par Libero Gentili 26 août, 2023
I rapporti con i nostri simili, gli esseri umani, sono talmente vari e diversificati che se ogni volta che ci esprimiamo attraverso il linguaggio o ciò che lo sostituisce appieno, la scrittura, venissero registrati accuratamente avremmo a disposizione un ventaglio di atteggiamenti così controversi e contrastanti tra loro, che ne resteremmo veramente stupiti. Descartes , agli inizi del 1600 considerò il linguaggio come un aspetto creativo, appropriato alle situazioni che si creano di volta, in volta e tale da evocare pensieri negli altri come se fossero i propri; in sostanza una qualità che ci distingue nettamente da tutti gli altri ospiti del regno animale: la comunicazione . E’ proprio questa che ci distingue da una tartaruga, da un millepiedi, da uno scimpanzé; la capacità di parlare e scrivere, di apprezzare l’arte e a volte, purtroppo, di innescare un genocidio. Se prendessimo un essere umano e lo spogliassimo completamente, privandolo della parola e costringendolo a esprimersi per mezzo di grugniti, potremmo benissimo collocarlo in una gabbia di scimpanzé senza notare una grossa differenza; uno scimpanzé poco peloso capace di camminare su due gambe. La differenza tra i nostri geni e quella degli scimpanzé è piccola, ma in sé talmente grande da aver costruito due mondi immensamente lontani tra loro, non dal punto di vista del regno animale, del quale facciamo parte anche noi umani, ma da quello della comprensione, della cultura, della capacità di associarsi non in greggi, ma in società altamente strutturate, che Cartesio definì con il termine Res cogitans . Questo ci appare talmente scontato e ovvio, senza peraltro rendercene conto, quando ogni volta, in preda all’ira, vogliamo denigrare una persona, un interlocutore, affibbiandogli l’attributo di “animale”. Quindi, come umani, disponiamo di un solo strumento per la nostra continua evoluzione: l’aspetto creativo del linguaggio e di ciò che ne deriva, il pensiero. La globalizzazione, altra caratteristica che gli animali non potranno mai sperare di raggiungere, ha trasformato e, per alcuni versi, allargato la capacità comunicativa del linguaggio non solo con la creazione di nuove fraseologie, ma anche e soprattutto con l’introduzione di neologismi. Oggi possiamo viaggiare liberamente in gran parte del mondo; all’interno del nostro paese non incontriamo restrizioni e per varcare il confine di uno stato possiamo munirci di un semplice visto. Incontriamo migliaia di sconosciuti senza neanche farci caso in quanto fanno parte della quotidianità senza riflettere, però, che in quasi tutto il mondo per millenni è stato qualcosa di impensabile e in certi paesi ancora lo è, e con questa affermazione piano, piano, mi avvicino all’argomento della mia chiacchierata. Tutto questo è stato possibile e, speriamo lo sia ancora, per merito del linguaggio, così come lo conosciamo. Poi, all’improvviso, nel 2015, si verificava un evento davvero notevole. L' emoji , espressione che oramai anche i bambini conoscono, nota come "Faccia con lacrime di gioia" , veniva scelta dall' Oxford Dictionary , uno dei dizionari più prestigiosi del mondo, come "Parola dell'anno". Sì, la "parola dell'anno" era un'emoji, in particolare l'emoji "faccia con lacrime di gioia". In un post sul blog, Oxford Dictionaries affermava : "😂 è stata scelta come la “parola” che meglio rifletteva l'etica, l'umore e le preoccupazioni del 2015." Non era una parola, era in effetti un pittogramma che, da lì a poco, avrebbe pienamente sostituito una frase di senso compiuto. Incredibilmente, la scelta non raccolse lamentele significative, proteste o polemiche da parte dei guardiani dell'alfabetizzazione, cioè accademici, insegnanti, puristi della lingua e così via. Ma questo fu un evento sbalorditivo che presagiva un vero e proprio cambiamento di paradigma nelle comunicazioni umane e persino nella coscienza umana. In pochi anni Internet ha portato a nuove forme di scrittura e alfabetizzazione. Secondo una ricerca condotta dalla Oxford University Press e dal business della tecnologia mobile, SwiftKey , la "Faccina con lacrime di gioia" costituiva oltre il 20% di tutte le emoji utilizzate in Gran Bretagna nel 2015 e il 17% di quelle usate negli Stati Uniti. Le emoji stanno, infatti, diventando sempre più popolari in tutto il mondo, consentendo a persone provenienti da diversi background linguistici e culturali di comunicare e interagire tra loro in modo più concreto, rendendo così possibile facilitare le comunicazioni interculturali, trascendendo le barriere delimitate da scritture specifiche e le ideologie sociopolitiche implicite che comportavano. Ma non per alcuni paesi arabi, a quanto pare. In un'inaspettata svolta legale in Kuwait e Arabia Saudita , il semplice atto di inviare un' emoji del cuore a una ragazza può ora portare a gravi conseguenze legali. L’atto verrà considerato istigazione alla depravazione e punito secondo la legge. Secondo le leggi di entrambi i paesi, si ritiene che questi segni di affetto incitino alla dissolutezza e alle molestie, crimini che comportano multe e carcere. L'esperta legale kuwaitiana Haya Al Shalahi ha recentemente avvertito che i colpevoli potrebbero affrontare fino a due anni di carcere e una multa di 6.499 dollari USA. Un esperto saudita di criminalità informatica ha inoltre chiarito che in Arabia Saudita , l'invio di emoji con il cuoricino rosso su WhatsApp potrebbe essere considerato una "molestia", sottolineando che "alcune immagini ed espressioni durante le conversazioni online possono trasformarsi in un crimine di molestia, se una causa viene intentata dalla parte lesa" . Gli individui condannati per questo reato potrebbero subire una pena detentiva che varia da due a cinque anni, oltre a una multa di 100.000 riyal sauditi. La prima cosa che viene in mente è come una consuetudine oramai consolidata, quello cioè di una tecnologia che adopera scorciatoie ben definite come l’uso di pittogrammi utilizzati in tutto il resto del mondo al posto di una frase, possa essere considerato come una istigazione alla depravazione. Chiaramente si tratta di un altro salto nelle epoche buie tanto care a certe religioni. Ci sono ovvie differenze tra il mondo moderno e l’antichità legata alla religione, quando non alla metafisica, e non siamo così ingenui da credere che lo studio del passato ci fornirà soluzioni semplici, direttamente trasferibili al presente. Nella tecnologia non c’è nulla di religioso o metafisico, bensì una necessità quanto più urgente di controllare tutto ciò che abbiamo intorno, per salvarci dall’ignoto. E c’è il bisogno di acquisire potenza, una spinta che coincide con la stessa forma della specie, quella umana per distinguerla, appunto, da quella animale; punto sul quale mi sono soffermato all’inizio di questa chiacchierata. La modernità è un vero e proprio salto di civilizzazione che purtroppo – e lo vediamo dalle cronache quotidiane – non ha corrispondenti né in Asia, né in Africa, né ancor meno nell’Islam. Da quella parte non si scorge nessuna importante operazione di significativa revisione culturale. Si cerca di accettare compromessi tattici accogliendo solo qualche pezzo dell’Occidente, come la sua economia, ma cercando di tenerne altri a bada, come la laicità e l’uguaglianza tra i generi. Un autore al quale sono affezionato e che mi ha sempre aiutato a decodificare certi aspetti apparentemente enigmatici in riflessioni geopolitiche è Samuel Huntington , in particolar modo con il suo saggio “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale”. Un libro contestato da critici istrioni i quali vedevano e vedono tuttora lo scontro tra le potenze mondiali per la supremazia esclusivamente come una guerra di potenza economica e militare. Oggi i conflitti mondiali, se li sappiamo interpretare cercando di guardare qualche centimetro oltre il naso, sono per lo più dovuti a quello che questo grande autore sintetizza nella frase conclusiva del sui libro: “Nell’epoca che ci apprestiamo a vivere, gli scontri tra civiltà rappresentano la più grave minaccia alla pace mondiale, e un ordine internazionale basato sulle civiltà è la migliore protezione dal pericolo di una guerra mondiale”. E nella civiltà è compreso il complesso delle strutture sociali, culturali e soprattutto religiose di una società.
par Libero Gentili 21 août, 2023
L'ultimo film di Christopher Nolan, Oppenheimer , ha suscitato significative polemiche in India a causa di una scena che “coinvolge” la Bhagavad Gita , un venerato testo sacro indù. Robert Oppenheimer , il Prometeo americano, colui che ha indirizzato l’identità del popolo americano verso la cultura del nucleare, conosciuto come un grande fisico, l’uomo che nel 1945 era diventato il "padre" della bomba atomica, considerato all’epoca eroe nazionale ed emblema dello scienziato come funzionario pubblico viene messo indirettamente, attraverso il suo protagonista nell’omonimo film uscito nelle sale un mese fa, alla gogna mediatica dal Governo indiano. La pellicola si concentra non sulle vicende che portarono alla costruzione della bomba atomica, bensì sull’uomo, sulle sue teorie e sul rapporto con gli altri scienziati. In un discorso tenuto a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 16 Maggio 1946 dichiarò, tra l’altro “Se mai gli uomini arriveranno a parlare dei benefici dell’energia atomica, io penso che questi rappresenteranno, al massimo, una piccola parte rispetto a tutto quello che essi hanno in mente. Soltanto una prospettiva del futuro degli esplosivi atomici io riesco a guardare con qualche entusiasmo: che essi non debbano mai venire usati in guerra”. Gli attori Cillian Murphy e Florence Pugh , che interpretano il fisico J. Robert Oppenheimer e la psichiatra Jean Tatlock , sua amante, condividono un momento intimo mentre recitano un verso della Bhagavad Gita , con il personaggio di Oppenheimer che proclama: "Ora, sono diventato Morte, il distruttore dei mondi". Un’affermazione, nel testo, fatta dal dio Krishna al suo arciere Arjuna. Comunemente si pensa che questa esclamazione, tratta dal verso, corrisponda al pensiero, probabilmente a un rimorso, per la prima detonazione della bomba atomica. Oppenheimer, il quale conosceva la lingua sanscrita e quindi, evidentemente, dimostrava un certo interesse per la letteratura dell’India antica, rammentava che quel giorno non era stato il primo della storia in cui una “bomba atomica” era esplosa, e il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Nonostante l'iniziale accoglienza positiva del film e il successo commerciale in India, questa cattiva gestione percepita del testo sacro ha attirato un fervente contraccolpo. Uday Mahurkar , il Commissario per l'Informazione del Governo indiano , ha condannato la scena come un "attacco inquietante all'induismo" . In risposta a questa offesa, Mahurkar ha esortato pubblicamente Nolan a rimuovere la scena controversa; ha scritto una lettera aperta, esprimendo la sua disapprovazione e ha invitato il Ministero dell'Informazione e della Radiodiffusione a indagare sul film, aggiungendo che le persone coinvolte dovrebbero affrontare gravi ripercussioni. La sua lettera di sdegno indirizzata a Christopher Nolan , regista della pellicola, recita: “Abbiamo notato che il film Oppenheimer contiene una scena che attacca ferocemente l’induismo. Come riportano anche le reazioni sui social media, una scena del film mostra una donna che fa leggere ad alta voce la Bhagavad Gita a un uomo mentre gli è seduta sopra e hanno rapporti sessuali. La donna tiene in una mano la Bhagavad Gita e con l’altra sembra aggiustare la posizione dei loro organi riproduttivi. La Bhagavad Gita è una delle scritture più venerate dell’Induismo. È stato fonte di ispirazione per Sannyasin [asceti rinunciatari], Brahmachari [studenti dei Veda, celibi] e leggende che hanno vissuto una vita di autocontrollo e compiono azioni nobili e disinteressate. Non conosco la logica o la motivazione dietro questa scena inutile in un film incentrato sul famoso scienziato. Tuttavia questo è un attacco diretto al credo religioso di un miliardo di tolleranti Indù ed equivale a condurre una guerra contro la comunità e sembra quasi essere una parte di una cospirazione più ampia delle forze anti-indù.” I nnanzi tutto, con questa lettera, il Commissario per l’Informazione del Governo indiano dimostra una particolare attenzione a scene quali indirizzamenti fallici e manovre di “parallasse” nei preamboli dell’amplesso, anziché soffermarsi sul tema fondamentale del film incentrato sulla dicotomia tra morale e giustificazioni militari tattiche, che per il resto della sua vita perseguiteranno Oppenheimer; riflessioni che agiscono sullo spettatore in maniera non certamente meno nobile di quelle di “Brahmachari” e “Sannyasin” . In fin dei conti la scena non porta in primo piano gli organi sessuali, inquisiti, degli attori; Nolan è un regista serio e non proviene da Bollywood . Qualcuno avrebbe potuto tranquillamente interpretare questa “manovra” come la spontanea reazione ad un semplice prurito epidermico! Ognuno reagisce secondo la propria etica e morale personali; non esiste un dogma di interpretazione nell’arte. E questo già la dice lunga. Ma, chi è questo personaggio? La Central Information Commission elenca il suo curriculum. · ex vicedirettore capo della rivista India Today, esperto del modello di governance “Modi” · competenza sui movimenti islamici radicali e sul loro impatto sulla società e sulle cause dei conflitti religiosi · competenza sul rivoluzionario Veer Savarkar · commissario per l'Informazione del Governo indiano · ha sviluppato una nuova narrativa su Savarkar definendolo come il protettore della sicurezza nazionale dell'India. Chi era Savarkar ? Un politico indiano, vissuto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La sua figura è legata all’ideologia politica nazionalista Hindutva , un’organizzazione estremista, che difendeva in modo militante le pretese degli indù di supremazia religiosa e culturale sui musulmani indiani. Quando Mohandas K. Gandhi fu assassinato nel 1948, Savarkar fu implicato, ma fu assolto nel successivo processo per insufficienza di prove. Attualmente questa ideologia è portata avanti dal Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) , il quale si presenta come un'organizzazione culturale, non politica, che tuttavia sostiene un'agenda nazionalista indù sotto la bandiera dell' hindutva , o "induismo". L' RSS ha storicamente svolto un ruolo importante nel movimento nazionalista indù. In diverse occasioni è stato bandito dal governo indiano precedente a quello attuale del nazionalista Narendra Modi , per il suo presunto ruolo nella violenza comunitaria. Alcuni dei principali leader politici del Bharatiya Janatā Party (il partito di Modi) erano o sono ancora membri dell' RSS . Quindi, quando il Commissario per l'Informazione del Governo indiano – autore della lettera di protesta inviata al regista Christopher Nolan – denuncia il film come un attacco diretto al credo religioso di un miliardo di tolleranti Indù , fa finta di ignorare le prevaricazioni e le persecuzioni di questo miliardo di tolleranti indù contro tutte le minoranze religiose. Non si tratta di affermazioni di principio, bensì di dati ben documentati, i quali si verificano quasi quotidianamente. Ne cito solo alcune avvenute qualche giorno fa: · 3 agosto 2023 . La polizia di Puna ha arrestato un professore di 43 anni al Symbiosis College of Arts and Commerce (SCAC) con l'accusa di aver urtato i sentimenti religiosi il giorno dopo che l'istituto lo aveva sospeso per presunte "osservazioni discutibili sulle divinità indù" durante una lezione. L’insegnante Ashok Sopan Dhole ha lavorato nel college durante gli ultimi 18 anni In una nota stampa, il segretario di Stato del Maharashtra ha dichiarato: “Puna è la patria dell'istruzione, studenti provenienti da luoghi diversi vengono qui per l'istruzione. Professori come Ashok Dole che lavorano in un campo sacro come l’istruzione con un atteggiamento sbagliato, cercando di fuorviare gli studenti. E' molto vergognoso. Il consiglio studentesco non lo tollererà”. · 10 Aprile 2023 . L’ Alta Corte di Allahabad ha rifiutato di annullare il caso contro un uomo che avrebbe pubblicato su Facebook commenti discutibili contro il signore Shiva . L'ordine non menziona esattamente cosa ha pubblicato Asif . Dice solo che l'accusa contro l’uomo era di “utilizzo di un linguaggio discutibile" riguardo a Lord Shiva. Il caso è che "con quei commenti ha insultato i sentimenti religiosi della comunità indù” . Nel frattempo, l'imputato sosteneva di non essere l'autore di quei commenti, e che si trattava di semplici anticipazioni di un'altra persona. · 24 Marzo 2023 . Un'organizzazione di formazioni di destra sta eludendo la legge per alimentare il divario sociale nello stato del Maharashtra. Il Sakal Hindu Samaj , è una coalizione di diversi gruppi nazionalisti indù di destra che sta organizzando raduni pubblici in tutto il Maharashtra attraverso discorsi di odio. Un canale di notizie collegato è famigerato per trasmettere discorsi contro le comunità minoritarie. Ma il signor Commissario per l'Informazione del Governo indiano non se la cava così facilmente. Tutta la letteratura sacra dell’India è farcita di riferimenti e allusioni al sesso. Questo non costituisce un’offesa al credo religioso, da sempre. Ad esempio, secondo il mito, Brama, il dio creatore, si incapricciò di un amore incestuoso per sua sorella e figlia Sarasvati , la quale tentò invano di sfuggire le sacrileghe brame. Invano ella chiese rifugio ai quattro punti cardinali, perché in ogni dove ritrovava il padre. Finalmente trovò soccorso nei cieli e, tosto, suo padre, che nella iconografia possiede quattro teste a indicare i quattro punti cardinali, per raggiungerla alzò una quinta testa al di sopra delle quattro che già possedeva. Che dire, poi, di Shiva , l’eterno amante invisibile? Il suo emblema aniconico è chiamato Linga , che, notoriamente, possiede la forma schematizzata di un fallo. Shiva si accoppia senza eiaculare; quindi non per procreare, ma solamente per soddisfare l’istinto erotico. Vishnu , l’altro componente della Trimurti , ha come avatara (incarnazione) Krishna il dio della Bhagavad Gita che sarebbe stato “offeso” dal film di Christopher Nolan. Beh, è assolutamente risaputo che il pastorello, sempre nel mito sacro, si diletta con le sue pastorelle, le Gopi , onorandole con il suo amore non solamente divino, ma soprattutto carnale, mentre suona il suo flauto. Il mondo dell’immaginario sacro dell’India è farcito di personaggi per noi strani, misteriosi come, ad esempio i Gandharva . Sono esseri semi divini chiamati spesso “cantori degli dei” . Secondo la Tradizione che, a quanto, pare in alcuni contesti si estende fino ai nostri giorni, a questi esseri è riservato lo “ius primae noctis” . Dalla prima notte di nozze e per tre notti consecutive, i due sposi giacciono sullo stesso letto, ma tra i due viene collocato un ramoscello che simbolicamente rappresenta la loro separazione fisica. E questo perché Chitrasena , il re dei Gandharva giacerà con lei, consumando così il diritto della prima notte di matrimonio al posto del marito. Il termine Gandharva è formato dalla parola “gandha” , che in sanscrito significa olfatto, odore . Odore... di che? E poi, sant’Iddio, l’India non è la terra del Kamasutra ? Non è un testo sacro, purtuttavia riverito da tutti gli hindu. Forse il signor Commissario per l'Informazione del Governo indiano non ha letto ancora tutte queste cose. Ma, a questo punto, mi viene in mente che il Ministero dell’Informazione indiana potrebbe gemellarsi con quello della Cultura in Italia, tenuto da Gennaro Sangiuliano.
par Libero Gentili 07 août, 2023
Finalmente una buona notizia arriva dall’India, questo paese che, in passato, ha attratto interesse e suscitato, in ogni parte del mondo, ammirazione e amore per una cultura antica, offrendo modelli insuperabili di espressione artistica, sistemi altamente raffinati di filosofia e psicologia, canoni di letteratura affascinante. Personalmente, ho speso quarant’anni della mia vita tuffandomi nello studio e nella ricerca accademica, alla continua rincorsa di qualcosa in più, in questo contesto geografico, che potesse soddisfare la mia sete di conoscenza. Ma da quando la politica, una certa politica attualmente al potere, si è impadronita delle coscienze di questa nazione, tutto sembra essere precipitato nel crematorio della cultura e della democrazia, lasciando un vuoto che reclama ogni giorno i suoi antichi retaggi. L’India è il paese della estrema varietà geografica, linguistica, economica e, purtroppo, culturale. Personaggi superbi hanno dato a questo paese tesori indirizzati alla mente, attraverso il metodo dialettico e discorsivo, quindi privato dei dogmi autoreferenziali creando, così, le premesse indispensabili al confronto che, in antico sanscrito, prende il nome di darshàn . Questa prerogativa ha suggerito l’espressione della “filosofia vivente” quindi perennemente attuale, la quale può essere applicata addirittura ad ogni contesto nei tempi attuali. Una caratteristica che non possiede la nostra filosofia classica, confinata ai tempi in cui è stata elaborata. Ma, dall’altra parte, una popolazione semplice, per la maggior parte con un basso livello culturale, quando addirittura inesistente, non ha potuto, o saputo far tesoro di tutto ciò, aprendo il fianco a personaggi politici avventurieri i quali hanno cancellato con un sol colpo di spugna la possibilità di confronto tra passato e presente. Ma arriviamo alla notizia. Il 7 agosto Il leader del Partito del Congresso Rahul Gandhi è stato reintegrato in Parlamento con decisione della Corte Suprema, la quale lo ha reinsediato, dopo la precedente sospensione, oltre a due anni di carcere, per il caso di “diffamazione del cognome "Modi". Rahul Gandhi è il figlio di Sonia (italiana) e di Rajiv Gandhi ed è il principale leader dell’opposizione al Governo di Narendra Modi. La condanna si basava sulla sua affermazione durante un comizio: "Perché tutti i ladri, siano essi Nirav Modi, Lalit Modi o Narendra Modi, hanno Modi come cognome?" Nirav Modi è un uomo d'affari belga, latitante che è stato accusato dall'Interpol e dal governo indiano di associazione a delinquere, frode, corruzione, riciclaggio di denaro. È indagato nell'ambito del caso di frode da 2 miliardi di dollari della Punjab National Bank (PNB). Nel giugno 2019, le autorità svizzere hanno congelato un totale di 6 milioni di dollari presenti nei conti bancari svizzeri di Nirav Modi insieme alle attività. Lalit Modi è un uomo d'affari indiano ed ex amministratore di cricket e latitante per frode finanziaria. Purnesh Modi , membro dell’Assemblea Legislativa (MLA), aveva intentato una causa penale per diffamazione, nonostante il suo nome non comparisse tra quelli citati nell’affermazione di Rahul Gandhi . La denuncia di Purnesh Modi contro Gandhi si basava sulla seconda spiegazione alla sezione 499 del codice penale indiano (IPC) che recita "Può costituire diffamazione fare un'imputazione riguardante una società o un'associazione o un insieme di persone in quanto tali". Ora, tutte le persone con il cognome Modi si qualificano davvero come un "insieme di persone" in quanto tale" ? Comunque, nessuno dei tre nominati Modi, cioè: Narendra, Lalit o Nirav ha presentato una denuncia penale o una causa civile per diffamazione per essere stato chiamato ladro. Ma nella prima ordinanza del Tribunale, il giudice nella sua sentenza affermava: "L'accusato ha fatto riferimento al cognome dell'attuale Primo Ministro Narendra Modi, per soddisfare la sua avidità politica e insultato e diffamato 13 milioni di persone che vivono in tutta l'India con il cognome 'Modi". Il giorno dopo veniva sospeso come rappresentante della Camera Bassa. Ma la Corte Suprema ha stabilito che la decisione di infliggergli la pena massima “era priva di ragione e fondamento sufficiente” , e ha chiesto che venga ripristinato nel suo ruolo da parlamentare quanto prima. I giudici hanno anche redarguito Gandhi per il suo commento su Modi, che non era a loro dire “di buon gusto” e hanno sottolineato che avrebbe dovuto essere più attento nei suoi discorsi in pubblico. Mi chiedo, e forse anche voi: esiste qualcosa di “buon gusto” nella politica?
par Libero Gentili 05 août, 2023
L’Italia sarà più ricca dopo che avrà spianato completamente il reddito di cittadinanza. Sarà l’orgoglio nazionale del governo in carica. Perché, tutti questi “parassiti” la smetteranno di rubare risorse allo stato italiano. Li sentite, no? questi commenti dal barbiere, dentro la frutteria, alla sagra della bruschetta… Certo, a parecchi, le sostanziose entrate annuali si ridurranno un pochino dopo che verrà eliminato questo “ritocchino” che, comunque, per quanto poco, faceva sempre comodo. Se no, buon dio, che italiani siamo? Tanti altri, invece, veri poveracci - guarda un po', si parla tanto di quelli che si approfittano e mai dei poveracci, quelli a cui effettivamente il “ritocchino” aiutava a sbarcare il lunario mensile – la pagheranno cara. No, di quelli neanche un minimo accenno se no, buon dio, che italiani siamo? Credo che all’italiano vada bene questo tipo di governo. D’altra parte è andato bene cent’anni fa e perché non dovrebbe andar bene ora? Quando siamo di fronte a problemi complessi, l’unica soluzione è tirar via dritto, senza tortuosità, mascolinamente, seguendo solamente il pensiero dicotomico, come direbbe lo psicologo. Ai miei tempi, alla paesana, si diceva “o snì, o snà” … snè non era previsto. O bianco o nero, altro che cinquanta sfumature di grigio…! o sei maschio, o sei femmina… perché “duepiùduefasoloquattro” e allora a calci in culo tutta la ricerca sociologica di questi ultimi cent’anni, le scienze biologiche, psicologia e scienze comportamentali! Magari, mettendo un attimo da parte l’impeto del “raus!” si sarebbero potuti fare più accurati accertamenti per separare e/o eventualmente perseguire quanti hanno indebitamente approfittato per assaggiare una fetta di torta destinata ai più bisognosi… si effettivamente assaggiare, perché a queste persone il “ritocchino” suonava solo come una svogliatura di fine pranzo, un limoncello, mentre per i bisognosi era tutto il pranzo. Ci avrebbe dovuto pensare lo stato, così preciso, meticoloso, efficiente quando si tratta di far cacciare soldi ai contribuenti e altrettanto scrupoloso, diligente, coscienzioso quando di tratta di aiutare i contribuenti… per la discesa naturalmente, in questa Italietta ; hoops… chiedo scusa ai sovranisti per aver adoperato un termine riduttivo! Quindi con questa abolizione le casse dello stato faranno la ola perché, signori mei, per pagare tutti i parlamentari, più i senatori a vita, i soldi ci vogliono, eccome! Lasciamo perdere che in altre Nazioni, come gli Stati Uniti con una superficie di 9.872.615 km² i parlamentari sono 535 , mentre in Italia con una superficie di 302.073 km² i parlamentari sono 600 , più i senatori a vita… Questi ultimi ci confermano quanto l’Italietta (hoops, scusate di nuovo!) sia ancora legata ai vecchi valori dinastici quando l’unico motto era “Dio, Patria, Famiglia” .
par Libero Gentili 03 août, 2023
Negare gli errori umani, è “umano”. Una operazione che si innesca quotidianamente nei comportamenti, nelle scelte di ognuno di noi perché se così non fosse, la vita di ognuno sarebbe costellata di rimorsi, di pentimenti, di incertezze; insomma, una sorta di paralisi verso il futuro della nostra vita biologica. Ma purtroppo, sempre meno, siamo consapevoli che la vita biologica è solo una componente dell’individualità che ci appartiene; l’altra, la vita psicologica, non si fa scorgere così palesemente come possono farlo un malanno, un attentato alla incolumità personale ma, a nostra insaputa, individua immediatamente le scelte contingenti da mettere in atto sulla base della memoria che possiede, sulla base di esperienze passate. Che siano coscienti, queste, o meno. La cultura del nostro tempo, se volessimo "individualizzarla", si comporta esattamente come fa ognuno di noi. Tende a cancellare ciò che è passato; anche essa per legittimare la sua attualità. Ma ci sfugge sempre più il fatto che siamo esseri storicizzati, lo siamo a partire dal nostro primo giorno di vita extrauterina, così come è storicizzata la cultura e la società nella quale viviamo. Così come fa il nostro futuro personale, il quale è in attesa di scelte e comportamenti sulla base della memoria, o delle memorie precedenti, altrettanto fa il futuro della società e della cultura, nel momento in cui decidiamo, per facilitare il ragionamento, di "individualizzarla". Ma questo concetto oggettivato, che è la società presente, si comporta né più, né meno come fa ognuno di noi: nega. Altrimenti come potrebbe auto legittimarsi? La negazione è un complicato procedimento di difesa; lo si mette in atto consapevolmente il più delle volte, ma spesso è la psiche profonda che lo fa per noi nella misura, credo, di quanto grave possa essere quella cosa da negare. Lo ha fatto la storia della chiesa cristiana, ad esempio, cancellando tutti gli orrori commessi nell’antichità ai danni dell’essere umano in quanto tale, quindi di “non necessariamente cristiano” , gettandoli nel dimenticatoio e, qualora venissero rammentati e/o rimproverati da qualche critico, quella auto-legittimazione, cui accennavo sopra, porta ad una sola difesa: quella era un’altra epoca, quindi un’altra cosa . Ma, mi chiedo, se siamo in presenza di “due cose diverse”, allora dov’è la continuità teologica, la quale rappresenta il cardine di ogni confessione religiosa? Non diversamente fa la politica, o le politiche dei tempi attuali. Ci si stanno presentando tante previsioni, le quali assomigliano più a presagi che ad auspici, i quali vengono ignorati o, quando non se ne può fare a meno, negati con un semplicismo sconcertante del tipo “duepiùduefaquattro” . Esattamente come prendere a calci in culo la storia della nostra cultura, le scienze sociali, la ricerca scientifica e quant’altro. Il negazionismo è una parola che è entrata a far parte del nostro vocabolario negli anni novanta. È una forma di revisionismo storico che nega la veridicità di avvenimenti della storia passata. Ma, sostanzialmente, al di là della definizione da dizionario, si tratta di un’altra forma di difesa necessaria per l’auto legittimazione. Nel nostro paese, l’Italia, ma anche nella maggior parte delle nazioni del mondo è diventato scomodo consideraci come esseri storicizzati. La storia si può leggere in almeno due modi: come curiosità per la semplice conoscenza di fatti avvenuti in passato – e questo è il modo in cui viene, quando viene, insegnato nella scuola - e l’altro più pertinente, come strumento per scelte e comportamenti futuri. Ma anche in quest’ultimo caso, essa può essere letta e interpretata o secondo una logica imparziale, oppure dal proprio, personale punto di vista. Perciò, o si dimentica facilitati dal fatto che le nuove generazioni non sanno un bel niente di ciò che è avvenuto ieri, o si nega. Dovremmo essere sollevati per il fatto che questa è diventata una strategia mondiale? Quindi mal comune mezzo gaudio? La rivista online che viene pubblicata in India, e che seguo con attenzione, The Quint , ha pubblicato questa mattina un interessante articolo dal titolo: Bawaal . "Usa l'Olocausto come espediente della trama, solo per prendere in giro la tragedia” . È proprio questa lettura che ha ispirato le mie riflessioni. Bawaal è un film prodotto da Bollywood che racconta la storia di un personaggio, Ajay , un insegnante “egocentrico e ossessionato dall'immagine di una piacevole ma ignorante Nisha [la sua compagna] e del loro tumultuoso matrimonio che viene salvato da, che ci crediate o no, un viaggio in Europa, precisamente nei luoghi della seconda guerra mondiale”. “L'intero film è un tentativo di trarre lezioni di vita dalla guerra, ma il problema è che sono tutte lezioni sbagliate... L'Olocausto è stato paragonato alla "guerra interna" che Ajay combatte; Hitler è equiparato all'avidità umana e l'intera guerra mondiale viene utilizzata come espediente della trama per far riflettere i due personaggi sui propri difetti”. “Sebbene la prima metà sia in qualche modo sopportabile, con il progredire del film, sono diventato [scrive l’autore dell’articolo Jhalak Jain] sempre più a disagio, frustrato e completamente deluso dalla sua insensibilità. Alla fine, sono rimasto solo incredulo”. In sostanza, dalle critiche che sono state fatte, il film Bawaal si presenta come una commedia romantica ridicola, completamente slegata da qualsiasi buon senso o logica interna. Quando i due personaggi arrivano in Europa, il film diventa una “lezione di storia” sulle atrocità della seconda guerra mondiale, le quali vengono brevemente presentate in sequenze banali e insipide.  Ma la cosa peggiore è che il film ignora ogni verità difficile e dolorosa che abbiamo imparato e continuiamo a imparare dalla seconda guerra mondiale, riducendo così tanta sofferenza in una lezione morale artificiosa su come dovremmo accettare i difetti l’uno dell’altro e imparare a perdonare. Prendiamo, ad esempio, la visita dei due personaggi alla casa di Anna Frank , un lampante esempio di insensibilità. Dopo aver saputo della sua storia durante il periodo nazista, Ajay, il protagonista, chiede a Nisha , la sua compagna, come avrebbe trascorso il suo ultimo giorno. A cui lei risponde che vuole vestirsi, sedersi in un bar e bere birra. La tentazione di evocare sentimenti di “carpe diem” e “vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo” , soffoca rispetto e consapevolezza del contesto in cui la scena è ambientata. E, in particolare, una delle critiche al film è degna di nota: “a nessuna commedia romantica - nessun film in generale, in realtà - dovrebbe essere permesso di farla franca paragonando seriamente gli amanti che litigano a Hitler , o confrontando i problemi coniugali con il genocidio degli ebrei ad Auschwitz . E per quanto questo possa sembrare cupamente divertente a molte persone, banalizzare l'Olocausto in questo modo è esattamente ciò che vogliamo evitare, specialmente nel clima globale di oggi” . (Sito A Good Movie To Watch ). Insomma, anche questa è una forma di negazionismo, anche se di tipo idiota, perché in hindi la parola Bawaal significa “commozione” un sentimento evidentemente non riferito alla storica sofferenza di milioni di esseri umani, ma al sentimento romantico che quella commedia suscita. Ma oggi la gente comune sa distinguere tra ciò che è patimento amoroso e ciò che è sofferenza di milioni di esseri umani? Dite di si? Io dico di no. Lo dimostrano gli incassi del film e le numerose critiche positive che si leggono su internet.
par Libero Gentili 26 juil., 2023
“Non tutto ciò che è legale è anche etico” , dice l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, che si esprime contro “qualsiasi forma di incitamento all’odio religioso e all’intolleranza” . Con una nota ufficiale Josep Borrel esprime la sua condanna dei recenti roghi del Corano avvenuti in Svezia e Danimarca. La buona parte dell’opinione internazionale ha condannato questo gesto da parte di un uomo di origine irachena davanti alla moschea di Stoccolma, considerandolo non libertà di parola, ma vera e propria provocazione. A mio parere questi risentimenti e condanne, così come avviene per fatti che, per la loro “straordinarietà” attirano l’attenzione della stampa e degli osservatori, si rivestono regolarmente di una tunica di ipocrisia dalla quale non traspare il merito e la sostanza dei fatti, ma obbediscono a luoghi comuni i quali sono più vicini alla diplomazia la quale, al giorno d’oggi, si è rivelata nient’altro che l’arte della eccessiva cautela -sempre vicina a motivazioni di interessi specifici- e della goffaggine. L’arte della diplomazia dovrebbe coinvolgere e istruire, facendo liberamente emergere cambiamenti in alcuni momenti storici chiave, come quello attuale, i quali potrebbero avere importanti conseguenze sia sul piano morale che in quello politico. Chi è colui che ha bruciato una copia del Corano davanti alla moschea di Stoccolma? Un uomo di origine irachena residente in Svezia con lo status di richiedente asilo il quale su Facebook si descrive come un politico, pensatore e autore ateo; descrive il libro sacro come “un pericolo per le leggi democratiche e per i valori svedesi e umani.” Il suo sentimento di rancore contro la teocrazia islamica dev’essere stato veramente grande per aver infilato, tra l’altro, una fetta di bacon (il maiale per la tradizione islamica è impuro) tra le pagine del libro; il che, per alcuni, potrebbe anche suscitare una reazione di ilarità. Ma a Stoccolma il rogo non è stato punito dalle autorità, perché l’hanno ritenuto compatibile con la libertà di espressione e il diritto di manifestare, due pilastri delle democrazie liberali. Né in Svezia, né in Danimarca esiste una legge sulla blasfemia. La libertà di parola è tutelata dalla costituzione svedese. Sembra che, a fronte di tali provocazioni, un uomo musulmano abbia deciso di mettere alla prova questa libertà di parola, chiedendo di organizzare una protesta davanti all’ambasciata israeliana durante la quale intendeva bruciare la Torah e la Bibbia . Sebbene funzionari del governo israeliano e gruppi ebraici abbiano condannato l'atto pianificato, invitando le autorità svedesi a fermarlo, la polizia ha approvato la richiesta dell'uomo. Tuttavia, una volta arrivato sulla scena, l'uomo ha abbandonato i suoi piani. La sua intenzione, probabilmente, era quella di testare tale libertà di parola. Régis Debray , scrittore, giornalista e intellettuale francese, ha visto la nuova era come nettamente definita da un "pericolo verde" - il colore verde presumibilmente sta per l'Islam- molto più pericoloso delle paure rosse degli anni passati -quelli della guerra fredda- perché manca di autocontrollo razionale: "In generale, il verde ha sostituito il rosso come una forza crescente” . Per non parlare di Samuel Huntington , dove nel suo famosissimo Scontro delle civiltà , parlando più in generale, sostiene che “la fonte del conflitto in questo nuovo mondo non sarà principalmente ideologica o principalmente economica. Le grandi divisioni tra l'umanità e la fonte dominante del conflitto saranno culturali. Gli stati-nazione rimarranno gli attori più potenti negli affari mondiali, ma i principali conflitti della politica globale si verificheranno tra nazioni e gruppi di civiltà diverse. Lo scontro di civiltà dominerà la politica globale. Le linee di faglia tra le civiltà saranno le linee di battaglia del futuro”. Non tutti i critici sono d’accordo con questa visione ma, a mio modesto parere, sembra che i fatti non lo smentiscano. Questo vale sia per gli stati teocratici, sia per alcuni stati europei come Ungheria e Polonia , dove un radicalismo cristiano determina tutte le scelte di quel governo, che per la culla della democrazia liberale, gli Stati Uniti , dove l’evangelicalismo di destra del MAGA (Make America Great Again) è persino diventato un fenomeno della cultura pop, delle arti e dello spettacolo oltre che, ovviamente, della politica. Uno dei migliori studi delle Crociate è dello storico sloveno Tomaz Mastnak , che sottolinea che fu in quel momento della storia che il musulmano divenne il “nemico” . Quando "la società cristiana divenne consapevole di sé stessa attraverso la mobilitazione per la guerra santa ... un momento essenziale nell'articolazione dell'autoconsapevolezza del Commonwealth cristiano, fu allora che avvenne la costruzione del nemico musulmano". Mastnak è attento a sottolineare che questo non era vero nei i secoli precedenti: “Quando, con l'espansione araba nel settimo e nell'ottavo secolo, i musulmani raggiunsero la penisola europea, divennero agli occhi dei Cristiani Latini, dei barbari pagani, o infedeli. L'animosità cristiana militante era inizialmente rivolta a tutti i non cristiani; solo in seguito si concentrò sui musulmani”. "Fondamentalismo" è un termine inventato nei circoli protestanti degli anni '20 negli Stati Uniti. Come il conservatorismo, il fondamentalismo è arrivato tardi sulla scena. Proprio come il conservatorismo fu una risposta politica alla Rivoluzione francese, anche il fondamentalismo fu una reazione della religione alle sue mutevoli circostanze politiche. Il termine "fondamentalismo" fu inventato nel 1920 dal reverendo Curtis Lee Laws e fu immediatamente ripreso come titolo onorifico dai suoi colleghi battisti e presbiteriani i quali giurarono di fare una "lotta reale per i fondamenti della fede". (The Atlantic) E la laicità? Si, la laicità, questa sconosciuta? “Essa è una condizione essenziale per la democrazia. Senza la prima non esiste la seconda. Divisiva è la discriminazione, non la laicità. Chi brandisce simboli religiosi, chi bolla le credenze altrui come incompatibili con le proprie e con quelle che si vogliono imporre a tutte e a tutti, chi confonde il piano trascendente con la vita quotidiana strumentalizzando ogni cosa, avvelena i pozzi e rende impraticabile il campo del confronto democratico” (Giuseppe Civati – Laico). Anche se il secolarismo è stato di fondamentale importanza nel plasmare il mondo moderno, non è un concetto così noto come la democrazia o il liberalismo, dei quali si parla tanto in questi ultimi anni. Come concetto politico non è comunemente studiato nelle scuole o anche nelle università. In questi giorni, quando tutti i presupposti impliciti della democrazia liberale sono sotto pressione, la laicità dovrebbe sortire come termine di paragone e allora, forse, le fette di bacon inserite nei libri sacri non desterebbero così tanto scalpore.
par Libero Gentili 22 juil., 2023
Temperature ancor più che desertiche, disagi in tutte le situazioni vacanziere e non, con punte che raggiungono picchi assolutamente inaccettabili dall’organismo umano. In alcuni luoghi tipicamente desertici come la Death Valley , il posto più caldo della terra, in California, il caldo ha superato i 50 gradi, ma a Furnace Creek – un’area del parco – sono arrivate frotte di turisti con l’intento di documentare le temperature eccezionali con foto e selfie . Nella Death Valley ci sono stato pochi anni fa, quando l’estate non si presentava assolutamente così torrida e già allora ricordo la forte sensazione di disagio che provai. Personalmente, in questo contesto estivo, nella impossibilità di fare qualche passeggiata nel verde, il rifiuto di passare le giornate in spiaggia per non prestarmi a barbecue umano, e con il maltempo e i temporali violenti in montagna, con grandine dalle dimensioni di un uovo, me ne sto chiuso, sdraiato sul divano a leggere. Ho appena iniziato la lettura di un romanzo distopico -per rimanere in armonia con il momento presente- del famoso scrittore Philip K. Dick che, nel 1968, ispirò al regista Ridley Scott l’ormai famosissimo “Blade Runner” . Il libro si intitola: “Gli androidi sognano pecore elettriche?” . Descrive la Terra come pianeta desolato devastato da guerre nucleari, la maggior parte dei terrestri emigrata in colonie su pianeti esterni alla Galassia e numerose specie di animali del tutto estinte, tanto che possederne uno è diventato uno status symbol. La trama, quindi, si chiede “Cos’è reale e cosa no? Cos’è umano e cosa no?”. Nel momento in cui leggevo su alcuni quotidiani la notizia del caldo atroce a Furnace Creek , con la moltitudine di gente che si riversava in quel luogo per immortalare la situazione disperata scattando foto e selfie, avevo appena raggiunto la pagina di quel romanzo dove l’autore descrive una tipologia di persone che “non aveva superato l’esame per il livello minimo consentito delle facoltà mentali, il che le rendeva -secondo il gergo popolare- un cervello di gallina ” … “e poi esistevano dei cervelli di gallina infinitamente più stupidi… che non erano in grado di svolgere alcun lavoro e rimanevano segregati in istituzioni pittorescamente denominate “Istituti americani per le Attività Professionali Speciali”. E una riflessione, o piuttosto una domanda, ha fatto irruzione nella mia testa: abbiamo raggiunto con incredibile velocità un’epoca distopica con uno scarto di appena 55 anni dalla visione del romanzo, in cui gli umani non sono ancora emigrati in pianeti extra galattici, la fauna è ancora fortunatamente preservata, ma i cervelli di gallina si sono già impiantati sul suolo terrestre? Perché basta guardarsi un po' intorno sia fisicamente che virtualmente sul web, per rendersi conto della condizione grottesca di buona parte della specie umana. Cominciamo dai social: la lingua batte dove il dente duole! I social analizzano le nostre conversazioni, il nostro stato emotivo quando Facebook ci invita a dichiarare pubblicamente il nostro “stato d’animo” con una emoji : felice, sciocco, pieno di gioia, arrabbiato, deluso, depresso, al verde… Quando pubblichiamo delle foto sui luoghi della nostra vacanza dichiarando, senza saperlo (ma se lo sapessimo sicuramente non cambierebbe nulla) le nostre destinazioni preferite. Quando, tra frizzi e lazzi, bisticciamo postando insulti o, semplicemente, critichiamo comportamenti e scelte altrui, etichettandoci per le nostre convinzioni, preferenze, gusti letterari e cinematografici… in men che non si dica ci arrivano messaggi pubblicitari che sollecitano all’acquisto di questo o quell’altro prodotto. Ci dà fastidio quando ci sentiamo manipolati, ma non ce ne accorgiamo facilmente. Insomma, viviamo tutti all’interno di un laboratorio dove vengono carpiti i nostri dati e le nostre interazioni. Anche se non ne siamo consapevoli, i nostri comportamenti interagiscono con il mondo digitale producendo una serie di informazioni che permettono all’ algoritmo -in sé una straordinaria conquista tecnologica, ma in mano a compagnie al centro di grossi interessi economici e operatori di mercato, la cosa più nefasta in quest’epoca- di essere impiegato per forme di potere. Una faccina, un like messo senza pensarci su con estrema disinvoltura -tanto non costa niente- sono un mattone che costruisce insieme ad altri mattoni l’edificio del potere. Se solo lo avessimo saputo prima… non avremmo fatto niente di diverso! Infatti, perché ci sono i cervelli di gallina? Le informazioni che mettiamo a disposizione ogni giorno con lo smartphone davanti agli occhi mentre camminiamo per strada, rischiando di finire addosso al passante che sta camminando in senso contrario o, addirittura, di andare sotto un’auto sono, informazioni inviate tramite GPS . Stiamo guardando i like, ma qualcuno sta guardando noi. Se solo lo avessimo saputo prima… non avremmo fatto niente di diverso! Infatti, perché ci sono i cervelli di gallina? Nei tempi antichi gli indovini predicevano il futuro e gli uomini li pagavano; oggi l’algoritmo legge il futuro e al tempo stesso lo definisce, in mano a chi non vuole essere pagato, perché ha già avuto in anticipo tutte le informazioni che gli abbiamo date. Se solo lo avessimo saputo prima… non avremmo fatto niente di diverso! Infatti, perché ci sono i cervelli di gallina? Ma questa narrazione distopica non finisce con i social, si inserisce anche in ambito socio-culturale. Oggi è in atto un preoccupante processo di polarizzazione, non tra tesi opposte; in fondo contrasti ideologici nella storia dell’uomo ci sono sempre stati. Si tratta, invece, di qualcosa di ben più grave: la battaglia tra la spinta culturale indotta dai processi di unificazione planetaria, con un vero e proprio salto di civilizzazione, un mutato rapporto tra i generi, la ridefinizione di maschile e femminile con tutto quello che ne consegue, la consapevolezza che quello che facciamo qui si riflette inevitabilmente a migliaia e miglia di chilometri, e il contrario di tutto ciò, ossia la forza politica di Stati i cui interessi, ideologie, e apparati nazionalisti camminano in direzione opposta. Ci sono per lo meno due modi per studiare la storia. Il primo, quello più comune, insegnato una volta anche a scuola, è quello di leggere con curiosità i fatti che ci hanno preceduto e l’altra è prenderla come spinta per quanto deve ancora accadere. I fatti successi in passato vengono raccontati troppo spesso secondo la prospettiva del narratore e non secondo l’oggetto del racconto. Sacrifici da parte di una generazione ci hanno dato quel margine che oggi ci permette di parlare di libertà e democrazia. Ci siamo talmente abituati a usare questi termini con grande disinvoltura, che la loro importanza, il loro valore sono totalmente inflazionati; non dicono più niente. Anzi sono talmente barattabili che per fare dispetto al mio capufficio, che mi sta sullo stomaco e appartiene ad una certa corrente politica, alle prossime elezioni voterò al contrario! Come dire: “per far dispetto a mia moglie che mi ha cornificato, mi taglio il ciondolo!” . Infatti, perché ci sono i cervelli di gallina?”
par Libero Gentili 20 juil., 2023
Mentre Holi , la celebre festa dei colori, si è conclusa da tempo in India, un'università in Pakistan ha appena tenuto le sue celebrazioni Holi all'inizio di questa settimana. Gli studenti della Quaid-i-Azam University , un'università finanziata dallo stato di Islamabad, hanno organizzato le celebrazioni di Holi nel loro campus il 12 giugno scorso. L'evento è stato avviato dal Mehran Students' Counci l, un'organizzazione culturale apolitica dell'Università. Un evento simile è stato organizzato nel 2019 . In un paese fondamentalmente islamico non poteva non avvenire lo scontro tra tradizione e diversità, e gli studenti dell’università pakistana si sono trovati al centro di polemiche, dopo aver partecipato alle celebrazioni di Holi nel campus. I vivaci festeggiamenti, organizzati dal Consiglio degli studenti Mehran, hanno attirato sia lodi che critiche da parte dei netizen (internet + citizen) pakistani. Mentre alcuni hanno condannato l'evento e hanno persino suggerito di rimandare gli studenti partecipanti in India, altri hanno sostenuto l'importanza della diversità culturale e della tolleranza nel mondo accademico. L' Ufficio del Cancelliere dell'università ha emesso un avviso di avvertimento contro feste non autorizzate, ma la Quaid-i-Azam University Admission Cell ha difeso le esibizioni culturali come essenziali per rappresentare la propria cultura. L’avviso recita: “nessun evento o festival culturale può essere organizzato senza l'approvazione formale dell'amministrazione universitaria”, aggiungendo che gli studenti che partecipano a festeggiamenti non autorizzati dovranno affrontare azioni disciplinari. E il governo pakistano ha pesato sul fatto, esortando le istituzioni a prendere le distanze dalle attività ritenute incompatibili con l'identità islamica del paese. Tuttavia, questa direttiva ha subito un contraccolpo, con i critici che mettono in discussione le priorità del governo e la sua incapacità di riconoscere le lingue regionali o di onorare le feste religiose. La risposta da parte della Quaid-i-Azam University Admission Cell : “La diversità culturale è qualcosa di davvero unico in QAU e le esibizioni culturali sono fondamentali per rappresentare la propria cultura. In tutto il subcontinente, solo due università, una dall'India e la QAU dal Pakistan, sono note per la libertà di parola, espressione e tolleranza. L'attacco a spettacoli culturali o qualsiasi tentativo di vietare tali attività porterà a ulteriore rabbia e odio. Il raid o qualsiasi altra azione delle guardie o della polizia sarà sempre condannato. Ballare in nome della cultura è molto meglio che uccidere in nome della religione”. Commentando l'evento, un utente di Twitter ha scritto: "Questo è un grande festival culturale per tutti gli asiatici del sud tranne le mamme che devono pulire i vestiti". Un'altra persona ha scritto: “Holi è stato qualche mese fa, ma c'è sempre un motivo per celebrare la diversità culturale, oggi e ogni giorno. Buon per te, Quaid-e-Azam University, grazie per essere fedele al tuo nome”. A proposito di intolleranza religiosa: Dall’insieme di quella cultura e di quella religione e in particolare dai suoi circoli intellettuali e politici, non è mai venuta – ormai da secoli – alcuna ipotesi di civiltà davvero compatibile con una società moderna. (L’occidente e la nascita di una civiltà planetaria – Aldo Schiavone).
par Libero Gentili 19 juil., 2023
Amsterdam . Le prostitute trasferite fuori del Red-Light District , il famosissimo quartiere a luci rosse? Calma, ragazzi! Non si tratta di una ventata di puritanesimo luterano. Le ragazze, erano state messe in vetrina nel 1920, quando fu vietato il commercio del sesso in strada. Da quella data le vetrine a “luci rosse” , dai neon che le illuminano, sono state la principale attrattiva della città. Ma ora, in questa parte più antica, si sono aggiunti gli spacciatori di droga agli angoli della strada, il frastuono dei turisti che sono saliti a 18 milioni l’anno (grazie ai voli low-cost e la mania dell’ Airbnb ), il pericolo che molti di questi turisti orinino lungo la strada, per cui sono stati collocati dei cartelli per molti cervelli di gallina che credono di star visitando il paradiso in terra. Le ragazze, a quanto pare, insieme a tutta la struttura che le ospita, verranno spostate in periferia. Ovvio risentimento da parte di chi ha “contribuito a sviluppare il turismo” , oggi per la maggior parte proveniente dall’Europa dell’Est, che protesta anche per le chiusure delle vetrine alle ore 3:00. Il motivo di questi provvedimenti riguarderebbe una riduzione di quello che viene definito “overtourism” favorendo un nuovo turismo più disciplinato, ma per alcuni scettici, legati al messaggio evangelico, Amsterdam è sempre stata la città del peccato, e questo non cambierà. Per i più maliziosi, invece, dietro a tutto questo c’è la oramai ben nota “gentrificazione” alla quale si stanno allineando tanti paesi dell’Occidente. Cioè, in pratica, l’acquisto di immobili in alcune aree depresse o “scomode” e la loro rivalutazione sul mercato, dal quale trae beneficio la classe borghese. Un vero e proprio cambiamento socio culturale.
par Libero Gentili 16 juil., 2023
Ogni mattina, dopo la colazione, è mia consuetudine fare un giro sui più importanti quotidiani internazionali; una panoramica che mi fa sentire all’interno e partecipe, anche se da semplice spettatore, alla evoluzione o, secondo altre prospettive, alla involuzione di un mondo che sembra essere arrivato alla sua stagione autunnale. Questa mattina il Washington Post sotto la rubrica Extreme Weather riporta un articolo che apre in questo modo: “Una brutale ondata di caldo negli stati meridionali e occidentali dovrebbe raggiungere il picco questo fine settimana, causando un clima pericolosamente caldo dalla Florida al Texas all'Arizona e dalla California allo stato di Washington, con le temperature più estreme nel deserto sud-occidentale. Durante il picco, la Death Valley , in California, potrebbe avvicinarsi a 130 gradi Fahrenheit [oltre 54° centigradi] - la temperatura più alta registrata in tutto il mondo nei record moderni, e la maggior parte della popolosa Central Valley della California sarà ben al di sopra di 110 [43° centigradi]. Phoenix ha battuto un record di calore durante il suo lungo periodo di temperature estreme temperature”. Sono immagini da apocalisse che anticipano una prospettiva distruttiva, nonostante una certa parte politica nel nostro paese, votata ad un bieco negazionismo di fondo denunci un “estremismo ecologista” e, al tempo stesso, dichiari di voler “difendere la natura, con al suo interno l'uomo” ; un palese ossimoro di cui neanche Giuseppe Ungaretti , con le sue “braccia colme di nulla” non andrebbe certamente fiero. Senza capire che oramai è diventata urgente la necessità di un bilancio capace di proiettarsi in avanti, prefigurando sin d’ora quello che ci aspetta. Ma tutti noi lo stiamo già immaginando quello che aspetta l’umanità, in un tempo non lontanissimo. E lo sa bene la letteratura fiction quando ci propone scene di un futuro distopico le quali, anche se apparentemente irreali, prodotte – come potrebbero pensare in molti – da una mente malata sembrano, tuttavia, possedere il sapore di una logica ineluttabile. Non ci vuole poi molto per rendercene conto, solo che si riesca a distrarsi un po' dalle manie quotidiane nelle quali oggi siamo invischiati; dai social media che non ci lasciano liberi trenta minuti di seguito a causa delle “notifiche” che distraggono la nostra attenzione da ciò che stiamo facendo, dalla scuola, al posto di lavoro, alle semplici faccende domestiche. Alla distrazione dovuta ai troppi prodotti che distruggono la nostra creatività, in quanto le potenzialità messe a disposizione dalla tecnologia vengono proposte al consumatore esattamente per aumentare il comfort personale. La rivoluzione tecnologica sta ridisegnando gli equilibri tra “naturale” e “artificiale”, tra l’ambiente in cui viviamo e la sua continua manipolazione modificando, in realtà, il rapporto tra l’umano e la vita. I problemi sorgono quando il mondo tecnologico diventa un sostituto del mondo reale. “Twitter, Facebook, YouTube, [TikTok, Instagram, WeChat, Telegram…] sono semplici piattaforme. Esse non sono né buone, né cattive, utili o superflue; tuttavia abbiamo permesso a bianchi compiaciuti, avidi e benestanti di creare intorno a loro un mito che dice il contrario. Un mito che dice che tutto ciò di cui hai bisogno è usare i social media per le tue amicizie e tutti i tuoi sogni diventeranno realtà. Per tutto il tempo, queste aziende e gli operatori di marketing che spingono questo mito si riempiono le tasche.” (B.J. Mendelson – Social Media is Bullshit) Eppure, è come se questo grande cambiamento in corso avesse ancora bisogno di qualcosa, continuando a mancargli un aspetto essenziale: una singolarità senza confronti nella storia dell’umano, non riuscendo a comporre una plausibile visione d’insieme di quanto ci sta intorno. (Aldo Schiavone – L’Occidente e la nascita di una cultura planetaria) . Quindi alla bullshit , la porcheria, [lett. “merda di vacca”] dovremmo abituarci, perché abbiamo più che mai bisogno di dialogo con il futuro. Senza cedere alla paura dinnanzi alle innovazioni, ma dar loro un senso logico, non dissociato dall’umano. La visione distopica delle società e quindi del mondo, inizia ad avere la sua attualità verso l’inizio del 1900 con i due più importanti romanzi: “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley e “1984” di George Orwell ; di quest’ultimo esiste anche un suo adattamento cinematografico. Complici, l’accelerazione veloce del progresso tecnico-scientifico come processo di disumanizzazione, ma soprattutto la nascita di regimi totalitari come quello fascista, nazista e stalinista. Quindi, l’utopia sognata da Tommaso Campanella nella “Città del Sole” o addirittura da Platone , nella “Repubblica” cedono il posto alla visione distopica come parte integrante di una coscienza condivisa la quale, senza voler fare i profeti di sventure minacciando così un incalzante populismo oggi molto in voga, potrebbe avere esiti molto gravi, di cui si cominciano a intravvedere i primi segni. La letteratura distopica, con i suoi sviluppi filmografici, è una narrativa di anticipazione. Ci stiamo abituando, a livello visivo, ai cataclismi che si susseguono sugli schermi, sia delle sale cinematografiche, che domestici, dove l’ansia suscitata attraverso l’immancabile contributo adrenalinico, cattura profondamente la nostra attenzione, mettendo allo scoperto quel velo di masochismo presente in ogni essere umano. Concludo consigliando un piacevole romanzo di Philip K. Dick , lo scrittore statunitense che con il suo romanzo “Il cacciatore di androidi” ispirò il film “Blade Runner” del 1982. Il romanzo si intitola “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all'estinzione intere specie, costringendo l'umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore. Anche l'uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono stati banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici. A San Francisco vive un uomo che ha l'incarico di "ritirare" gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano a volte il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano.
par Libero Gentili 14 juil., 2023
Comprendere la natura dell’umorismo costituisce, secondo alcuni studiosi, un ulteriore compito della psicologia sociale per cercare di capire i modi in cui i nostri sentimenti e le azioni che ne derivano sono influenzati dalle persone che ci circondano. Perché l'umorismo, la commedia e le risate sono aspetti importanti e coinvolgenti del comportamento degli uomini. La risata sembra aver avuto origine dai segnali di gioco dei primati. È visto dai ricercatori evoluzionistici come parte del sistema non verbale definito "gesture-call" , che ha una lunga storia evolutiva, e precede lo sviluppo del linguaggio. La maggior parte di noi ride di qualcosa di divertente, molte volte nel corso di una giornata tipo. Sebbene possa essere considerata una forma di gioco, l'umorismo serve una serie di funzioni sociali, cognitive ed emotive "serie". Qualcuno racconta una barzelletta, racconta un divertente aneddoto, fa un commento spiritoso o commette un lapsus involontario, e improvvisamente siamo colpiti da quanto sia divertente; a seconda di quanto lo stimolo sia divertente, potrebbe farci sorridere, ridere o scoppiare in lampi di risate convulse. Questa reazione è talmente naturale che a nessuno viene mai in mente di pensare minimamente alle sue implicazioni psicologiche o sociologiche. L'umorismo e la risata sono un aspetto universale dell'esperienza umana, che si verifica in tutte le culture, e ogni cultura differente possiede le sue norme riguardanti l'argomento appropriato dell'umorismo, i tipi di situazioni in cui la risata è considerata appropriata. Ma i suoni della risata sono indistinguibili, da una cultura all'altra. È scontato dire che l’umorismo fa parte dell’arte della comicità, a cominciare dagli anni della cinematografia muta, dove l’artista doveva supplire alla mancanza dell’audio con un impegno più considerevole rispetto agli artisti di oggi. Situazioni e trovate comiche dovevano basarsi sulla rapidità dei movimenti e sulle azioni inaspettate: Charlot è l’esempio classico. In Occidente, alla fine dell’impero romano, la differenza tra barbari e civilizzati sembrava ridursi solo alla capacità di elaborazione etica dei propri comportamenti . Questo paradigma – chi può negarlo – è andato via, via modificandosi nei tempi attuali, sicuramente in ossequio alla “ Teoria di Khun ”. Non possiamo seriamente affermare che l’etica di un comico possa trascendere, in quanto il suo specifico ruolo o, se vogliamo, la sua arte è quella di far ridere le persone. I mezzi sono suscettibili da individuo a individuo, ma non c’è mai stata una regola che ne identificasse i limiti: ciò che per te può essere osceno, ad un altro può suscitare ilarità. In questi giorni le cronache sui quotidiani sembrano offrire al lettore informato un po' di sollievo dal caldo asfissiante, con qualche risata. Ma non sono i comici a darcelo, bensì qualche politico, tra gaffe e ardore . La figuraccia del ministro della cultura di questo Governo, Gennaro Sangiuliano , ha fatto in poche ore il giro del web. Assurda gaffe del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che alla premiazione del Premio Strega ammette candidamente di non aver letto i libri per cui ha votato. La conduttrice Geppi Cucciari gli domanda: “Ah non li ha letti?” . E lui: “sì ma li voglio approfondire” ( Finestre sull’Arte ). Beh, questa gaffe - veramente sarebbe qualcosa di ben più grave di una semplice gaffe, ma dato che siamo all’interno di un discorso sull’umorismo, concediamoci questo termine – ha fatto nascere una nuova parola nel dizionario della lingua italiana: “Leggere alla Sanjulienne” che riporta subito alla mente uno stile per tagliare le carote. ( Minima & Moralia ). Ancora più recente. Meloni infiamma il comizio di Vox : “Anche in Spagna un governo di patrioti. Fermare il fanatismo ultra-ecologista”. È possibile leggere il discorso della Meloni in collegamento web con il comizio di Vox, il partito dell’estrema destra in Spagna. Tra i suoi slogan truci, di nuovo la rabbia contro LGBT, immigrazione (dice lei “incontrollata”), la posizione favorevole alla vita e contraria al fine-vita (aborto). Fatevelo dire dagli americani dove in alcuni stati, attualmente, l’aborto è possibile solo in caso di imminente pericolo di vita per la madre, ma imminente significa solo che non c’è più tempo. E così muoiono migliaia di donne. Per non considerare l’onnipresente, forte fondo religioso dei suoi discorsi in un paese dichiaratamente laico. Questo suo arroccamento di rifiuto della modernità, in un Occidente come un insieme non solo politico, ma come soggetto dotato di una propria omogeneità ideale e culturale, fa ridere. Di una risata amara, si, ma pur sempre dotata di comicità, anche se bieca. Leggete l’ articolo apparso oggi sul quotidiano la Repubblica e guardate anche il video. Credetemi, all’assistere delle urla, delle dita ammiccanti minacciosamente, delle tempie che sembravano scoppiare da un momento all’atro, del tono della voce riecheggiante il ventennio, non ho saputo veramente trattenere uno scroscio di risate convulse. Certo, il suo è un umorismo tetro ma c’è stato anche chi, sapientemente, ha saputo considerare l’influenza dell’umorismo, dell’ironia e della satira nella plasmazione degli Stati Uniti persino nel periodo post 11 settembre. Il libro “A Decade of Dark Humor How Comedy, Irony, and Satire Shaped Post-9 11 America (Ted Gournelos, Viveca S. Greene)” argomenta come questi mezzi abbiano fornito al popolo americano un modo per elaborare il trauma degli attacchi terroristici e per esprimere il loro dissenso sulla risposta del governo. L'umorismo può verificarsi praticamente in qualsiasi situazione sociale. Può avvenire durante la conversazione di un gruppo di amici intimi seduti intorno a un tavolo in una caffetteria, o nelle interazioni di un gruppo di uomini d'affari che partecipano a trattative formali. Può essere utilizzato da oratori pubblici, come politici o leader religiosi, rivolgendosi a un vasto pubblico, di persona oppure tramite i media. Come è avvenuto qualche giorno fa. La ricerca sulla risata negli scimpanzé e in altre scimmie indica che essa ha origine nel gioco sociale. Negli esseri umani, la nostra capacità di creare umorismo per divertirci l'un l'altro ed evocare risate sembra essersi evoluta come mezzo per fornirci maggiori opportunità nel gioco. Alcune volte, però, come nella politica attuale, un gioco amaro.
par Libero Gentili 27 juin, 2023
Non c’è dubbio che, nella vita attuale, Il rumore è una minaccia grave per la qualità della nostra vita. Nessuno può più sfuggire al suono indesiderato che chiamiamo rumore, un disturbo del nostro ambiente che si intensifica così rapidamente da diventare una delle principali minacce alla qualità della nostra vita. Oramai Il suono delle nostre città è la vibrazione stridente del martello pneumatico, il ruggito arrabbiato dell'automobile e, soprattutto, quello delle moto di alta cilindrata, dell'autobus e dell'elicottero. Nelle nostre stesse case, ci circondano sempre più gadget, ognuno una fonte di rumore. L'effetto di queste molteplici cause di rumore può, purtroppo, essere cumulativo. L'esposizione al rumore sul lavoro si aggiunge all'esposizione durante il pendolarismo, all'esposizione a casa e all'esposizione durante le attività ricreative. Che dire della stagione estiva? Di notte dobbiamo sigillarci nella nostra camera da letto mantenendo le finestre chiuse con il condizionatore acceso, se non vogliamo passarla in bianco a causa del frastuono in strada. E non c’è assolutamente autorità alcuna che tuteli la quiete notturna perseguendo questi centauri i quali, approfittando delle strade deserte, si cimentano in gare motociclistiche rilasciando un rumore assordante. Lentamente, insensibilmente, sembriamo accettare il rumore - e il deterioramento fisiologico e psicologico che lo accompagna - come una parte inevitabile della nostra vita. Anche se ci sforziamo di stabilire degli standard per alcune delle fonti di rumore più offensive, come l’aereo al decollo e all'atterraggio oppure il camion appena fuori dalla catena di montaggio, spesso non si riesce a monitorarli e controllarli efficacemente. E accettiamo, e a volte godiamo, di innumerevoli altri suoni, dal frusciare dei piatti in un ristorante o delle tazzine di caffè al bar, alle pubblicità ad alto volume alla radio e alla televisione. L'insidiosità del problema del rumore risiede esattamente in questo, nella sua ubiquità e nella nostra preoccupazione e mancanza di consapevolezza. Grandi difficoltà sia di natura sociale che tecnologica devono essere superate se si vuole controllare il rumore, e se vogliamo quindi restituire alla nostra vita la qualità che i nostri successi tecnici e il nostro progresso economico ironicamente minacciano. Quindi, l'inquinamento acustico ha raggiunto i livelli attuali non solo a causa dell'imperativo tecnologico, ma anche perché noi, come società, gli abbiamo dato il permesso di farlo. Proprio come le cause dell'inquinamento acustico sono in parte tecniche e in parte sociali, così sono le soluzioni. Con la parola "sociale" intendo tutte le istituzioni economiche, giuridiche, sociologiche e politiche e… religiose; le interrelazioni che compongono una società moderna. Si, avete letto bene: anche religiose! Ognuno di noi è abituato fin da bambino, in un paese cattolico come l’Italia, a percepire il continuo rintocco delle campane, dalla mattina alla sera. Non ci facciamo più caso, fa parte della nostra vita, così come i doveri che ci attendono nella quotidianità, ai quali non possiamo derogare se non vogliamo passare per a-sociali. Ed anche perché, ovviamente, il suono di una campana non è paragonabile al rumore di un martello pneumatico o il rombo di un’auto potente guidata da un esaltato. Le campane, per un credente, sono “la voce di dio” . Ma ci siamo mai chiesti come potrebbe essere considerato il loro “rumore” per un non credente? Specialmente se queste persone abitano in prossimità di qualche grosso campanile? Le questioni sociali sorgono quando consideriamo come un governo (o una parrocchia) decide la misura e il grado in cui le persone devono subire l'esposizione al rumore. Deve essere fatta una distinzione tra l'ambiente partecipante e quello non partecipante. Coloro che fanno il rumore possono ben tollerarlo, o addirittura goderselo, poiché è associato a qualcosa di piacevole o utile per loro. Nel frattempo, è probabile che coloro che devono sopportare il rumore senza beneficiare della sua causa, si oppongano fortemente ad esso. Il fatto che siamo tutti creatori di rumore non altera la domanda di base: in che misura i gruppi “non partecipanti” dovrebbero essere sottoposti all'inquinamento acustico? Un esaustivo e ben documentato articolo su questo argomento è stato pubblicato dalla UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) nel quale la materia è ben sviluppata includendo una guida per agire contro il rumore delle campane, e un elenco delle denunce e sentenze in Italia. Questo articolo può essere letto qui . Esiste un accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana dove nell’art. 2, paragrafo 1: “La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.” La libertà di organizzazione e di pubblico esercizio del culto, può includere la libertà di scampanare a piacimento? Alla luce dei tempi che corrono, nell’inquinamento acustico potrebbe anche essere incluso “il dolce suon delle campane”. L’ UAAR , conclude il suo articolo con una notizia riguardante un ricorso avvenuto in Norvegia; ve lo riporto testualmente: “NORVEGIA: stanchi di continuare a sentire il suono delle campane, a cui si era aggiunto anche il richiamo del muezzin, i soci della Società Pagana Norvegese hanno chiesto il permesso di poter fare altrettanto. Ottenutolo in nome della pari dignità delle concezioni del mondo, i suoi esponenti hanno collocato degli altoparlanti sui tetti dai quali hanno pubblicizzato le riunioni della Società, oltre a lanciare messaggi sull’inesistenza di Dio. La notizia è stata rilanciata da diversi media in tutto il mondo: al punto che, avendo pienamente raggiunto lo scopo (esprimere un punto di vista laico sul disturbo della quiete operato dalle organizzazioni religiose), gli annunci sono stati interrotti.”
par Libero Gentili 23 juin, 2023
Bande musicali, cena vegetariana sontuosa, ventuno colpi di cannone; in sostanza uno standing ovation per salutare il primo ministro Narendra Modi in visita negli Sati Uniti. Gli stessi Stati Uniti che nel 2005 gli avevano negato il visto per questioni di diritti umani, prima che diventasse Primo Ministro. (BBC News). E su questa posizione si è mantenuta la democratica Alexandria Ocasio-Cortez che, su Twitter , ha commentato che le visite di stato non dovrebbero essere offerte a persone con “record sui diritti umani profondamente preoccupanti”. “Quasi, come in base a qualche legge naturale, in ogni secolo sembra emergere un paese con il potere, la volontà e l'impulso intellettuale e morale per plasmare l'intero sistema internazionale secondo i propri valori.” È la frase, predittiva, che apre il capitolo primo del libro di Henry Kissinger , Diplomacy , pubblicato nel 1994. Certamente, in quegli anni, non vi erano presagi per considerare l’India come papabile all’ascesa kissingeriana . In seguito, ogni volta che i politici americani si sono recati in India ne hanno decantato le lodi come la più antica e grande democrazia del mondo. Credo, personalmente, che avessero in mente le immagini che la storia ha tramandato attraverso la figura del padre della democrazia, Mohandas Karamchand Gandhi , piuttosto che la descrizione di un panorama che oggi, in quel paese, non ha più nulla a che vedere con gli ideali sorti all’inizio della propria indipendenza. Ma l’arte della diplomazia, che dovrebbe contemporaneamente coinvolgere e istruire, e allo stesso tempo far emergere cambiamenti nel metodo in alcuni momenti storici chiave, si è rivelata come l’arte della temerarietà, della eccessiva cautela e della goffaggine, le quali possono avere importanti deleterie conseguenze, sia sul piano politico che in quello morale, per il destino delle nazioni. Una caratteristica distintiva della globalizzazione del XXI secolo è la crescente complessità delle relazioni globali e la rapidità con cui queste informazioni rimbalzano in tutto il mondo, aprendo nuove strade per la condotta della diplomazia e sollecitando, al contempo, i nuovi partecipanti a esserne coinvolti. Da quando l'India ha ottenuto l'indipendenza nel 1947, le relazioni politiche tra India e Stati Uniti non sono mai state così strette come si finge di credere. All'inizio del 1992, il New York Times ottenne una copia della Guida alla pianificazione della difesa degli Stati Uniti per l'era post-guerra fredda . Era solamente una bozza. Il progetto di documento dichiarava: “Cercheremo di prevenire l'ulteriore sviluppo di una corsa agli armamenti nucleari nel subcontinente indiano. A questo proposito, dovremmo lavorare per far aderire entrambi i paesi, India e Pakistan, al trattato di non proliferazione nucleare e per sottoporre i loro impianti di energia nucleare alle garanzie dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Dovremmo scoraggiare le aspirazioni egemoniche indiane rispetto agli altri stati dell'Asia meridionale e sull'Oceano Indiano. Per quanto riguarda il Pakistan, una relazione militare costruttiva tra Stati Uniti e Pakistan sarà un elemento importante nella nostra strategia per promuovere condizioni di sicurezza stabili nell'Asia sud-occidentale e nell'Asia centrale” Dopo mezzo secolo di relazioni tra quelle che allora erano le due più grandi democrazie del mondo, i pianificatori della difesa del governo degli Stati Uniti potevano abitualmente presumere che ci fosse un interesse americano a sopprimere le "aspirazioni egemoniche" indiane in Asia meridionale e ancora una volta ad armare il suo peggior nemico e vicino, il Pakistan. Questo ambivalente rapporto di odio-amore tra India e Stati Uniti si è protratto per anni. Nel 1958, ad esempio, l’allora senatore John Kennedy , presentò una risoluzione per aumentare l’assistenza all’India, perché pensava fosse stato vitale per gli USA sostenere la democrazia indiana contro l’invasione comunista: “Il futuro democratico dell’India è delicato e pericolosamente in bilico” . Ma già nel 1954 il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru aveva dichiarato esplicitamente che l’India sarebbe rimasta non-allineata durante la Guerra Fredda. E non cambiò nulla quando lo stesso Kennedy, speranzoso, lo invitò a Washington nel 1961. Il Primo Ministro indiano respinse tutti i suoi sforzi per portare l’india nell’orbita degli Stati Uniti. Un altro “schiaffo in faccia” clamoroso fu quello della decisione, nel 1971, dell’allora Primo Ministro Indira Gandhi , figlia di Jawaharlal Nehru, di stilare un trattato di amicizia con Mosca, lasciando gli americani in preda al livore. Nella storia si sono sempre susseguiti episodi di questo genere, ma i politici statunitensi hanno sempre elogiato l’india e hanno continuato a sostenere che i suoi principi democratici ne facevano un buon partner. Fin dall’indipendenza, in India convivono diversi gruppi religiosi: le persone che praticano l’induismo sono la maggioranza (circa l’80%); gli ultimi dati disponibili, hanno rilevato un 14% di musulmani , un 2% di cristiani e meno del 2% di persone di religione sikh . Le comunità buddiste e jainiste sono ancora più piccole, ma contando la popolazione indiana, si tratta comunque di milioni di persone. I musulmani vivono in tutto il paese, e sono la maggioranza nei territori di Jammu e Kashmir. Ora, da quando è stato eletto nel 2014, Modi ha promosso diverse leggi volte a trasformare l’India da paese laico a induista, passando per l’indebolimento dei diritti delle minoranze e delle comunità musulmane. Questo processo è stato accompagnato da un crescente autoritarismo e una frequente soppressione del dissenso. Questo personaggio ha fatto e sta facendo di tutto per fare della sua nazione l’immagine vivente dell’induismo, e basta. Persino lo Yoga . Gli sforzi di Modi per rendere popolare lo yoga sono stati considerati da alcuni critici come un tentativo più ampio di promuovere discipline legate all’induismo, in linea con la politica del suo governo, che è quella di rendere l’India un paese sempre più nazionalista , indebolendo i diritti delle minoranze e colpendo le comunità musulmane che abitano il Kashmir indiano. Molto diverso dallo stato laico che avevano voluto i suoi padri fondatori. Nonostante ciò, l’amministrazione Biden ha continuato a spingere per legami più stretti con l’India, appoggiandosi solo ai presunti valori comuni dei due stati. Da quando ha riportato due grandi vittorie nazionali, una nel 2014 e un'altra nel 2019, il Bharatiya Janata Party di Modi ha svuotato le istituzioni che possono controllare il comportamento del primo ministro, anche politicizzando la burocrazia civile indiana. Questo processo è stato accompagnato da un crescente autoritarismo e una frequente soppressione del dissenso. E oggi, 23 Giugno 2023, mentre i due Presidenti Joe Biden e Narendra Modi hanno acclamato la partnership USA-India , ai manifestanti che si sono riuniti fuori della Casa Bianca per opporsi alla sua visita, Modi ha risposto: “la democrazia scorre nelle nostre vene, non c’è assolutamente spazio per la discriminazione” . No-comment.
par Libero Gentili 13 juin, 2023
Dal sito Atheist Republic
par Libero Gentili 06 juin, 2023
“L'effetto vantaggioso della credenza religiosa e della spiritualità sulla salute mentale e fisica è uno dei segreti meglio custoditi in psichiatria e medicina in generale. Se i risultati dell'enorme volume di ricerche su questo argomento fossero andati nella direzione opposta e si fosse scoperto che la religione danneggia la tua salute mentale, sarebbero state notizie in prima pagina in ogni giornale del paese”. Sono le parole dello psichiatra Andrew Sims , autore della “Introduzione alla psicopatologia descrittiva” una guida non solo per gli psichiatri ma per tutti i professionisti della salute mentale; un testo di riferimento nel campo della psicopatologia. Forse la ricerca accurata, a cui allude l’emerito psichiatra, non ha tenuto conto delle deviazioni di sette e movimenti nate e sviluppatesi in Europa e in Nord America, le quali sono quasi sempre collegate alla religione, probabilmente come pilastro di sostegno alla loro credibilità. Prendiamo, ad esempio, la “Women for Aryan Unity” (Wau) presente in Nord America, Sud America, Europa, Australia. Fondata nel 1990 in Canada e rapidamente diffusasi negli Stati Uniti, è un'organizzazione di donne dedite al progresso della cultura bianca e alla promozione di un'agenda razziale pro-bianchi. Il loro motto esprime l’obiettivo principale del gruppo: concentrarsi sul ruolo delle donne con Kirche , Küche , Kinder (chiesa, cucina, bambini) parallelamente al messaggio di Hitler alle donne. Il Southern Poverty Law Center afferma che la fondatrice di Women for Aryan Unity sia strettamente associata ad altri gruppi pro-bianchi come Blood and Honor , Aryan Nations e la neo-nazista World Church of the Creator . Aryan Nations era un gruppo nordamericano antisemita , neonazista originariamente con sede nella contea di Kootenai, Idaho. Nel 2001, il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha classificato Aryan Nations come una " minaccia terroristica ". Le credenze di Aryan Nations si basano sugli insegnamenti di Wesley A. Swift , ex ministro della California meridionale, una figura di spicco nel primo movimento di identità cristiana. In una revisione delle organizzazioni terroristiche, la RAND Corporation l’ha definita come la “prima vera rete terroristica nazionale” negli Stati Uniti e nel Canada. White Aryan Resistance , gruppo suprematista creato negli anni ottanta dal californiano Tom Metzger . L’organizzazione non è più attiva, ma il suo nome viene ancora utilizzato da una gang razzista attiva nelle prigioni dell’Arkansas. Un movimento per il potere bianco che recluta inizialmente ex galeotti bianchi e cristiani e promuove l'identità cristiana, rifiutando che il cristianesimo sia legato fondamentalmente all'ebraismo. AWB ( Afrikaner Weerstandsberweging ) gruppo suprematista che ha inserito uno dei tanti simboli precristiani al posto della svastica in una bandiera nazista. Il gruppo promuove il nazionalismo afrikaner e cristiano. Come tralasciare il famigerato Ku Klux Klan ? Le loro gesta tutti le conosciamo e non c’è bisogno di soffermarvisi. Un estratto dal Credo che veniva letto ai nuovi adepti durante la cerimonia di iniziazione: “… La storia e la fisiologia ci insegnano che noi apparteniamo ad una razza che la natura ha gratificato con una evidente superiorità su tutte le altre razze, e che il Creatore… ha inteso affidarci un dominio sopra le razze inferiori… Questa nostra Patria è stata fondata dalla razza bianca e per la razza bianca, e ogni tentativo di trasferire questo controllo sulla nazione a favore di razze inferiori come la nera, va palesemente contro il volere divino e costituisce una violazione della Costituzione…" Nella situazione attuale, una delle fazioni più grandi è Knights of the Ku Klux Klan (Cavalieri del Ku Klux Klan) guidata dal pastore cristiano Thomas Robb . Phineas Priesthood (Il sacerdozio di Phineas). Questo Gruppo prende il nome dall’israelita Phineas che Dio loda come zelante tramite Mosè e concede a lui e alla sua discendenza un sacerdozio eterno. Nel 1990 il suprematista bianco Richard Kelly Hoskins, aderente alla Christian Identity pubblicò il libro “Vigilantes of Christendom: the story of the Phineas Priesthood” . Verso la fine dello scorso secolo un certo numero di criminali, per lo più terroristi e rapinatori, hanno sostenuto di essere “sacerdoti di Phineas ”. Gli aderenti all’ideologia del “Sacerdozio di Phineas” sono considerati terroristi perché, tra le altre cose, i loro crimini includono numerosi attentati alle cliniche per aborti nel 1996, l’attentato sempre nello stesso anno al quotidiano The Spokesman-Review, rapine in banca a Washington e piani per far saltare in aria gli edifici dell’FBI. Potrei continuare l’elenco ancora per parecchio rischiando, però, di annoiare il lettore. E veniamo a una data recente. In un verdetto che chiude una saga raccapricciante, intrisa di profezie del giorno del giudizio e fanatismo mortale, una madre dell'Idaho, Lori Vallow Daybell , è stata condannata per gli scioccanti omicidi dei suoi due figli e della precedente moglie di suo marito. Daybell, una donna apparentemente normale, subì una trasformazione inquietante dopo la sua "folgorazione istantanea" con Chad Daybell, un autore di narrativa del giorno del giudizio basata sui mormoni, dopo essersi incontrati nel 2018. Il loro legame si è approfondito quando hanno iniziato un podcast religioso insieme e hanno condotto rituali, sostenendo persino di essere stati sposati in vite passate. Le credenze di Daybell si sono trasformate nell'oscurità quando ha iniziato a marchiare i suoi figli, Joshua "JJ" Vallow di 7 anni e la 16enne Tylee Ryan, come "zombie" - individui presumibilmente posseduti da spiriti maligni. Nel 2019, il suo allora marito, Charles Vallow , allertò le autorità sulle allarmanti affermazioni di Lori di essere una "dea" incaricata di far precipitare l'apocalisse biblica. Questo portò al suo omicidio nel luglio 2019 per mano del fratello di Lori, Alex Cox. I due bambini, Tylee e JJ scomparvero misteriosamente solo un mese dopo la morte di Charles, l’ex marito che aveva allertato le autorità. La scomparsa dei fanciulli è rimasta un mistero fino al giugno 2020, quando i loro resti sono stati scoperti nel cortile di Chad Daybell. Inoltre, la morte inaspettata della moglie di Chad nell'ottobre 2019 ha aggiunto un altro livello di morbilità alla saga, con Chad che ha sposato Lori solo due settimane dopo. La sua morte è stata in seguito dichiarata un omicidio. Lori è stata giudicata colpevole di tutti i capi d'accusa relativi alla scomparsa e all'omicidio dei suoi figli il 13 maggio e attende la condanna. Ora conosciuta come la "mamma del giorno del giudizio", Lori è anche in attesa di processo per il suo presunto coinvolgimento nell'omicidio del suo quarto marito in Arizona. Ulteriori notizie sul recente articolo del Independent . Esiste anche una serie di documentari su Netflix : “ Sins of our mother ”. Insomma, la forte affermazione dello psichiatra Andrew Sims riportata all’inizio: “L'effetto vantaggioso della credenza religiosa e della spiritualità sulla salute mentale e fisica è uno dei segreti meglio custoditi in psichiatria e medicina in generale. Se i risultati dell'enorme volume di ricerche su questo argomento fossero andati nella direzione opposta e si fosse scoperto che la religione danneggia la tua salute mentale, sarebbero state notizie in prima pagina in ogni giornale del paese” personalmente mi lascia un po' perplesso. Di vantaggi, senza voler denigrare l’illustre studioso forse ce ne saranno anche, come lui afferma, ma quella ricerca è mai stata fatta nella direzione opposta? Non credo e, se fosse così, nessuno lo dichiarerà mai.
par Libero Gentili 04 juin, 2023
Il tragico suicidio di Sanghita Lakhra , una ragazza ingegnere di 28 anni del Gujarat , in India, avvenuto il 10 maggio scorso ha suscitato un dibattito nazionale sulla tradizione indù fuorilegge e controversa della Sati. La ragazza, prima di gettarsi nel fiume Sabarmati , ha lasciato un biglietto d’addio nel suo diario in cui scriveva che sua suocera, Kailash Devi Lakhara e altro quattro membri della famiglia dei suoi suoceri l’avevano molestata chiedendole di diventare una Sati . Questa è un’antica pratica religiosa hindu nella quale una vedova si immolava sulla pira funebre del marito. Nonostante il divieto imposto dal Governatore britannico Lord William Bentinck nel 1829, ulteriormente rafforzato dalla Commissione del Governo Indiano con il Prevencion Act del 1987, anche nel XXI secolo sono stati segnalati sporadici casi. A quanto pare questo atroce atto sostenuto dalla religione hindu è duro a scomparire. La cultura indiana è purtroppo ancora definita da una serie di abusi, come la casta, il rituale anche se sporadico della sati, gli omicidi di dote, violenza, conflitti religiosi, instabilità, immoralità, e così via. I problemi in India non sono visti come storici e di origine economica, ma come essenze delle tradizioni, delle culture e della civiltà dell'India, rendendola un "paese caotico e persino disperato". In altre parole, i problemi dell'India sono nel suo DNA. Le risposte e le soluzioni in corso dell'India a questi problemi sono raramente prese sul serio, anche se la storia indiana è piena di movimenti di riforma che si auto correggono dall'interno ma, nella sua forma più insidiosa, questa visione implica che a meno che gli indiani non vengano salvati dalla loro cultura con un intervento esterno, sono condannati perché, semplicemente, non hanno la rappresentanza per tracciare il proprio destino al di fuori di questa visione arcaica e hanno bisogno di cure straniere nel loro interesse. Queste immagini caotiche e selettive dell'India, come dimostra anche il disastro ferroviario avvenuto due giorni fa con centinaia di morti, non sono solo il prodotto dei pregiudizi personali di giornalisti, produttori televisivi, bigotti religiosi o singoli ricercatori, ma anche di meccanismi istituzionalizzati radicati. Le rappresentazioni occidentali dell'India sono inseparabili dalle raffigurazioni delle religioni indiane, in particolare l'induismo. Molti studiosi post coloniali di origine indiana hanno cercato senza successo di spazzare via questo legame. I problemi dell'India sono visti da tutti come inseparabili dai problemi dell'induismo. E un governo politico che basa ancora il suo potere sulla superiorità religiosa di una cultura predominante, rispetto alle minoranze, non dà molte speranze. Personalmente conosco l’India per averla visitata, per motivi culturali, almeno una ventina di volte ma in questi ultimi tempi la estrema polarizzazione della popolazione per motivi religiosi è cresciuta in maniera assurda. Se segui Twitter puoi assistere allo scontro di opinioni su questo avvenimento per il quale sto scrivendo: https://twitter.com/imMAK02/status/1661312695856144384 . Ho dedicato un episodio del mio Podcast sulla Immagine della donna in India . Se ti interessa puoi ascoltarlo a questo link: https://www.spreaker.com/user/13759559/la-costruzione-dellimmagine-femminile-se_1
par Libero Gentili 25 mai, 2023
Esercitazioni di gruppi appartenenti allo RSS
par Libero Gentili 23 mai, 2023
Inginocchiato davanti alla Corte Suprema
par Libero Gentili 23 mai, 2023
Un chierico musulmano in Pakistan è stato linciato da una folla arrabbiata dopo aver presumibilmente fatto osservazioni blasfeme ad un comizio del partito di opposizione. Il chierico, Nigar Alam , è stato invitato a parlare in un comizio organizzato dal partito di opposizione T ehreek-e-Insaf (PTI) nel villaggio di Sawaldher , provincia di Khyber Pakhtunkhwa . Dopo il suo discorso, la folla si è infuriata e lo ha ucciso. La polizia lo stava proteggendo in un negozio vicino, ma la folla ha rotto la porta, lo ha trascinato fuori e lo ha picchiato a morte. L’incidente è stato ampiamente condiviso sui social media pakistani (vedi il video ripreso con uno smartphone). Quella folla di persone, come si evince dal video, non era composto da terroristi o estremisti, come spesso si vuol far credere in casi analoghi di violenza religiosa. Erano centinaia di persone che si interessavano a problemi di politica ascoltando un comizio. Persone che vivono normalmente accanto ad altre, nei luoghi di lavoro, di ricreazione, di incontri tra amici. Ma quando tocchi loro la religione, come è successo qui, diventano mostri, assassini impietosi… e poi tornano a casa, tranquillamente, dai loro figli e dalle loro consorti seguitando a vivere una vita “normale”. La blasfemia è una questione molto sensibile in Pakistan, che spesso porta alla violenza, linciaggi e morte, anche per accuse non provate. Ci sono stati altri incidenti di linciaggio a causa di accuse di blasfemia nel paese. Nel dicembre 2021, un manager di una fabbrica dello Sri Lanka è stato linciato e bruciato per presunta blasfemia, un incidente che l’allora primo ministro Imran Khan ha definito una “giornata di vergogna per il Pakistan”. https://youtu.be/P3X452AU9nM
par Libero Gentili 20 mai, 2023
“Il vertice del G7 di quest'anno funge anche da club per leader non amati” . È il titolo di un articolo del New York Times di questa mattina. I rappresentanti del forum politico ospitato a Hiroshima in Giappone, composto da sette paesi, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, i quali rappresentano oltre la metà della ricchezza mondiale, appare come il “Club dei cuori solitari” . Questi leader sono tutti accomunati da gravi preoccupazioni, condividono il loro dolore politico, che li lega tra loro, per ciò che non funziona nel loro paese. In effetti la loro popolarità è a grave rischio, come dimostra il sondaggio pubblicato il 18 maggio scorso da “ Morning Consult ” , l’autorevole società che fornisce strumenti di ricerca nel mondo degli affari, dell’economia e della politica. Come risulta dalla tabella relativa all’approvazione, il rappresentante che riscuote il maggior numero di approvazioni, con il 78%, è il signor Narendra Modi in India, il quale è presente al G7 solamente come osservatore. La sua popolarità sembra non essere intaccata dalle gravi divisioni religiose che questo governo instilla contro le minoranze. Ovviamente c’è da considerare che questo paese è composto dalla maggioranza dell’80,5% di religione hindu i quali non sono infastiditi dalle persecuzioni contro musulmani , cristiani , buddisti , Jainisti , sikh ed altri… anzi! Quindi viene spontaneo un moto di riprovazione verso il crescente nazionalismo che questa popolazione sta dimostrando. Sembra che il povero Gandhi, quasi ottant’anni fa, sia passato da quelle parti per caso! Ma, tornando alla questione attuale, sembra esserci un'ondata di insoddisfazione che investe le maggiori democrazie. Alcuni veterani politici attribuiscono la debolezza dei leader del G7 all'ansia economica seguita alla pandemia di Covid-19. Certo, per i negazionisti e complottisti di casa nostra e oltre oceano, il Covid19 , come il grave cambiamento climatico che sta distruggendo mezzo mondo non esistono e non sono mai esistiti. Ma questo è un altro discorso! “Il risultato” sembra essere un ambiente in cui i leader delle democrazie devono confrontarsi con un mondo sempre più impegnativo, formato da nazioni che stanno velocemente passando da regime libero e democratico, che ha assicurato una pace relativa dal post-seconda guerra mondiale, a forme di autoritarismo e totalitarismo liberticida, come già sta avvenendo per Ungheria e Polonia . Con il sostegno, non dichiarato come sempre, la chiesa cristiana… almeno in occidente.
par Libero Gentili 27 avr., 2023
Tra i mali che, nell’epoca attuale, stanno gravemente minacciando il nostro mondo, come guerre, pandemie, tragedie di migranti, delusione delle nuove generazioni, crisi finanziarie, autoritarismi, la “Caduta” raccontata dalla favoletta della Genesi che descrive il dramma dell’uomo e della storia per colpa di due progenitori, Adamo ed Eva nati dal fango, con un serpente parlante e un dio invisibile, potrebbe apparire veramente come l’ultima delle sciagure. Ma altri pericoli stanno “strisciando” nell’epoca attuale e questi non parlano, non tentano, ma si insinuano ancora più pericolosamente devastando le società, persino quelle più avanzate: cioè la graduale perdita dell’autodeterminazione, dei diritti civili e soprattutto della LAICITA’ , i quali sono indispensabili al progresso di ogni paese per renderlo un posto migliore per tutti, credenti e non credenti. Certe cronache quotidiane che passano inosservate, solo perché riguardano “gli altri” ci parlano con una lingua di devastazione, di sconvolgimento della morale, di deturpazione, hanno sempre più come principale attore la religione. 23 Aprile 2023. Kenya. Riesumati 27 cadaveri nella foresta dell’orrore: si sono lasciati morire di fame su ordine del capo della setta Paul Mackenzie. “Ho creduto in lui, mi ha fatto sentire Gesù vicino”. “La storia si cela dietro il reperimento di decine di cadaveri sotto la terra di Malindi , città sulla costa orientale del Kenya. Le ricerche condotte dagli investigatori locali hanno portato a stabilire che si sarebbe trattato di un suicidio di massa. Un pastore, Paul Mackenzie Nthenge , ha convinto i suoi fedeli a lasciarsi morire di fame per “incontrare Gesù”, come hanno raccontato alla polizia locale i sopravvissuti, tutti kenioti. La Sala delle preghiere della “Good News International Church” era piena di persone emaciate, ridotte pelle e ossa, circondate da escrementi. Durante il blitz sono state trovate anche quattro persone in vita, ma sono morte poco dopo il ricovero” ( https://www.open.online/2023/04/25/kenya-suicidio-di-massa-setta-gesu/ ). Una storia come tante altre che vengono divulgate, passano inosservate, vengono ignorate molto spesso con la precisa volontà di non compromettere il proprio credo religioso. Perché le persone si rendono dipendenti da molte cose. Alcuni pensano di non poter vivere senza giornali e quotidiani, mentre altri pensano di non poter vivere senza sigarette. Alcuni pensano che una vita senza musica non valga la pena di essere vissuta, e altri, ancora, pensano che una vita senza religione non abbia senso. Sono dipendenze? O sono questi i veri bisogni che dovremmo sforzarci di preservare, a qualsiasi costo? Certo, lo so bene che agli occhi di un credente, come diagnosi dei problemi del mondo, questi fatti e queste osservazioni sono sorprendentemente fuorvianti. Non si possono ragionevolmente paragonare ai milioni di uomini, donne e bambini che devono sopportare i tormenti della guerra, della carestia, della tortura politica o della malattia mentale. MA, in questo momento, anche milioni di persone senzienti stanno soffrendo afflizioni fisiche e mentali inimmaginabili, in circostanze in cui la compassione di Dio non si vede da nessuna parte, e la compassione degli esseri umani è spesso ostacolata da idee assurde sul peccato e la salvezza. Prendiamo, ad esempio, quello che sta succedendo negli Stati Uniti a proposito delle nuove restrizioni sull’aborto. Dal 2021, quando la legislazione del Texas ha approvato una legge nota come SB 8 (Senate Bill 8) la nuova legge che vieta l’aborto dopo sei settimane di gravidanza, i medici possono intervenire sulla interruzione, al fine di salvare la vita alla madre, solo quando non viene più rilevato il battito cardiaco del feto, lasciando che le condizioni della paziente si deteriorino pericolosamente. E’ stata soprannominata in modo manipolativo e non scientifico “legge sul battito cardiaco” . L’esecuzione di un aborto, quando la donna non è a rischio di morte, è punibile fino all’ergastolo. “Ma quando queste donne si ammalano, si ammalano velocemente. Sono minuti, non giorni: sei fortunato se hai un paio di ore prima che la donna si ammali radicalmente… quando potresti andare in prigione, vieni davvero coinvolto, siamo coperti dal ‘a meno che’? Ed è questo che rallenta le cose”. Questa è la dichiarazione di un perinatologo di Austin , rilasciata a The New Yorker . Ma, si dirà, questa è politica, mica religione. Eh no… proprio no! Il ribaltamento di Roe vs Wade da parte della Corte Suprema , un caso storico che aveva consolidato per 50 anni il diritto all’aborto, ha infranto i diritti riproduttivi negli Stati Uniti. Per la maggioranza dei Giudici abolizionisti della Corte Suprema “dal momento stesso della fecondazione, una donna non ha diritti di cui parlare”. Persino il presidente Joe Biden ha definito la sentenza “un tragico errore” . La maggioranza dei giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti è di indirizzo conservatore e sappiamo molto bene quanto il “repubblicano conservatore” sia legato al cristianesimo evangelico. Dei nove giudici, sei (compreso il Presidente della Corte) sono stati nominati da Presidenti repubblicani ( George W. Bush , George H.W. Bush , Donald Trump ). L’ultima “chicca” di Mr. Trump è la nomina di Amy Coney Barret , cattolica devota e ferventemente contraria all’aborto. I democratici si opposero alla sua nomina, chiedendosi se questa persona potesse essere stata un arbitro imparziale a causa delle sue profonde convinzioni religiose. A Notre Dame disse che “una carriera legale non è che un mezzo per un fine… e quel fine è costruire il Regno di Dio” . Se hai ragione a credere che la fede religiosa offra l'unica vera base per la moralità, allora gli atei dovrebbero essere meno morali dei credenti. In effetti, dovrebbero essere assolutamente immorali. È così? La Parola di Dio è invulnerabile alle incursioni di ingerenza fatte dalla scienza. Il primo incantesimo dell’uomo, il tabù, e il secondo incantesimo, la religione stessa, sono legati insieme in un abbraccio indissolubile e possono essere tenuti in piedi per secoli, perché ognuno presume che qualcun altro abbia delle buone ragioni per mantenerli, e nessuno osa sfidarli. Ma si può credere in Dio solo se si pensa, con la ragione , che Dio esista davvero. Perché semplicemente entrando in chiesa, non puoi diventare un buon cristiano più di quanto entrando in garage non puoi diventare un’auto…!
par Libero Gentili 25 avr., 2023
25 Aprile. Una celebrazione e sopratutto un ricordo non solo col pensiero ma sopratutto col sentimento perché la sua vera etimologia non viene dalla sede della memoria ma, secondo i nostri antichi dalla parola latina “cor, cordis” cuore. Consiglio la visione di questo film che è l’adattamento del meraviglioso romanzo di George Orwell “1984”. Distopico senz’altro, ma purtroppo sempre più attuale. LA GUERRA È PACE, LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ, L’IGNORANZA È FORZA. Questa famosa frase orwelliana inserita nel suo racconto è quello che oggi certi governi stanno cercando di inculcare nella gente, in maniera sempre più subdola e vigliacca.  https://www.primevideo.com/region/eu/detail/0JCAWG2T9RYRKNN80BGKVVRM8E/ref=atv_sr_fle_c_Tn74RA_2_1_2
par Libero Gentili 08 avr., 2023
Di questo passo gli Stati Uniti, sotto la guida dei conservatori reazionari, razzisti in giacca e cravatta di estrema destra, arriveranno a competere con le nazioni più retrograde dove i diritti civili vengono calpestati in nome dell’ideologia religiosa, in questo caso quella cristiana evangelica? Gli avvenimenti di questi ultimi tempi non lasciano sperare bene. Venerdì 7 Aprile, un giudice in Texas ha sospeso l’approvazione ventennale della pillola abortiva mifepristone , affrontando un’altra battuta d’arresto per il diritto all’aborto. La sentenza di 67 pagine del giudice distrettuale statunitense Matthew Kacsmaryk , nominato in panchina dall’ex presidente repubblicano Donald Trump, essenzialmente renderà illegale la vendita della pillola negli Stati Uniti, mentre procede un ricorso. Lo scorso anno i gruppi anti-aborto guidati dall' Alliance for Hippocratic Medicine con sede in Texas hanno citato in giudizio la Food and Drug Administration degli Stati Uniti, sostenendo di aver approvato il mifepristone per l'aborto nel 2000 utilizzando un processo illegale e di non aver adeguatamente considerato la sicurezza del farmaco. La Alliance for Hippocratic Medicine fornisce un forum internazionale per persone provenienti da qualsiasi parte del mondo interessate all'interfaccia tra poesia e medicina. Le attività di interesse per i membri includono un simposio internazionale annuale, workshop, letture e pubblicazioni della stampa Ippocrate. La filosofia ippocratica rifiuta i principi epistemologici della scienza moderna. In sostanza, questo giudice ha sostenuto che la Food and Drug Administration , la quale ha come scopo la protezione della salute dei cittadini, attraverso regolamenti che controllino la messa sul mercato dei prodotti che sono sotto la sua giurisdizione, tra cui i farmaci, gli alimenti, gli integratori alimentari ecc. aveva ignorato i rischi nell'approvare il farmaco. L’ordine del giudice, un ex attivista legale cristiano, non costituisce una sentenza definitiva, ma è piuttosto una ingiunzione preliminare, però in base al complicato sistema americano, può emettere ingiunzioni con effetto su tutta la nazione, anche se egli è assegnato a un distretto del Texas. L’amministrazione Biden ha chiesto una sospensione d’urgenza all’ordine del giudice Kacsmaryk che impedirebbe di avere effetto fino a quando il tribunale di New Orleans non ascolterà il ricorso completo. Ma c’è poco da sperare! La petizione di emergenza va inizialmente al giudice Samuel Alito, uno dei giudici più conservatori e autore della sentenza dell’anno scorso che ha ribaltato il famoso “Roe v. Wade” , la decisione del 1973 della Coste Suprema che aveva garantito il diritto all’aborto a livello nazionale. Il mifepristone fa parte di un regime a due farmaci, somministrato in combinazione con misprostolo , per gli aborti terapeutici nelle prime 10 settimane di gravidanza. L'amministrazione Biden, in risposta, ha affermato che l'approvazione del farmaco era ben supportata dalla scienza e mentre gli stati conservatori hanno vietato l'aborto, altri si sono mossi per proteggere l'accesso. Ma i conservatori, in nome della religione cristiana, non si arrenderanno. Auguri!
par Libero Gentili 01 avr., 2023
PARIGI ALLE URNE…MA PER COSA? Domenica 2 Aprile si vota a Parigi; non in tutta la Francia, ma solamente nella capitale. E non in relazione agli avvenimenti che hanno sconvolto il paese in questi ultimi giorni, bensì su un altro tema: l’uso dello E-Scooter, comunemente chiamato monopattino elettrico. Quindi sarà la frangia più giovane della popolazione parigina a potersi esprimere su un tema che, apparentemente di per sé sembra marginale, ma che invece, dietro le quinte, nasconde un tema non di poca importanza. Ma andiamo per ordine. Il quotidiano “Le Monde” questa mattina pubblica un articolo intitolato: Le società di noleggio di scooter elettrici si rivolgono agli influencer in vista del referendum di Parigi”. E subito dopo riporta un post: “C’è qualcosa che potrebbe presto scomparire a Parigi nei prossimi giorni: (…) gli scooter a noleggio, che aiutano più di 400.000 persone a spostarsi in città ogni mese”. Sembrerebbe, dal tono, un accorato appello da parte di qualche utente impaurito da questa eventualità; invece no, si tratta di un cosiddetto “videografo”, una nuova professione che si sta sviluppando a macchia d’olio nel settore della comunicazione informatica. Anche qui, un altro recesso in penombra: questi professionisti non appartengono a un qualche tipo di comunicazione giornalistica, ma fanno parte di una nuova categoria, quella degli “influencer”. Eccolo il punto che volevo mettere in evidenza con questo breve post. In una serie di video sul famigerato “TikTok”, il videografo con quel post ha spiegato ai suoi 860.000 follower perché, secondo lui, vietare il noleggio di monopattini elettrici sarebbe un disastro per la capitale francese. Ce ne sono tanti, come lui, che si stanno dando da fare per convincere le persone a indirizzare le proprie scelte verso una certa direzione. E chi c’è dietro: domanda retorica e banale… tutte le società di noleggio: Dott, Lime, Tier ed altri. E sapete quanto rende un video di questo tipo? Tra 2.000 e 2.500 euro per 500.000 visualizzazioni. Ma su quest’ultimo punto non c’è problema: TikTok, che parecchie nazioni hanno bandito, oramai è virale. La nascita degli “influencer” sono l’ultimo episodio di questa odissea perniciosa dei social media che stanno guastando la privacy, la propria intimità e quindi l’equilibrio di ogni singolo individuo; per cui “non si va al bagno” se non lo si è fatto sapere alla comunità degli amici i quali ti diranno anche “come andare” e quando. In America soprattutto, ma anche in altri paesi, attraverso gli “influencer” che postano i loro pareri “disinteressati” sui social media, persino le elezioni politiche vengono oramai “influenzate”. Ha detto bene il vice sindaco di Parigi David Belliard, responsabile della trasformazione degli spazi pubblici, dei trasporti e della mobilità: “le società private stanno silenziosamente cercando di influenzare l’esito di un voto… e cosa cercheranno di influenzare dopo?”
par Libero Gentili 31 mars, 2023
“Una tragedia americana, atto III”. Così il quotidiano The New Yorker intitola l’articolo sulla incriminazione di Trump, notizia apparsa su tutta la stampa internazionale. Il demagogo, il fanatico con impulsi autoritari ha arricchito il suo curriculum di accuse questa volta non più per imbrogli politici e finanziari ma, sant'Iddio!, per le sue scappatelle sessuali extraconiugali. Sicuramente la maggior parte degli italiani dirà: “eh, che vuoi che sia…” Eh no, cari miei, agli americani per chi li conosca un pochino, puritani come sono, queste cose sono gravissime! Quindi, quello che mi fa sorridere, è che fino ad ora era riuscito ad eludere la giustizia, per la sua tipica arroganza in barba alla morale e alla decenza. Ora l’hanno incastrato per aver pagato $ 130.000 alla porno star Stormy Daniels nei giorni della campagna presidenziale del 2016 per far tacere l’attrice porno con la quale avrebbe avuto un incontro nell’anno 2006, l'anno dopo che ha sposato la sua terza moglie Melania, oltre all’ex modella di Playboy Karen McDougal che avrebbe intascato $ 150.000 per tacere su una “pratica” definita negli ambienti specializzati “catch and kill”, cattura e uccidi. Beh, naturalmente, oltre ad altre centinaia di migliaia di dollari per pagare tutti i porta-borsa che si sono “adoperati” per concludere queste trattative! Quello che emerge da questa squallida vicenda è qualcosa di ben più grave: per la prima volta nella storia, a un ex Presidente degli Stati Uniti verranno sicuramente prese le impronte digitali, foto segnaletica e le manette. Ovviamente con qualcuno doveva prendersela. Naturalmente non con le donne dei suoi intrattenimenti, bensì con chi rappresenterà la giustizia durante il processo: il Procuratore Distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg che il clown ha definito rabbiosamente: “psicopatico degenerato”, “feccia umana” e “negro”. Mah, ogni tanto dovremmo riflettere (e non solo negli Stati Uniti) che in ogni tempo e in ogni luogo, ognuno è sempre il “negro” di qualcun altro.
par Libero Gentili 13 mars, 2023
“Questo governo andrà a cercare gli scafisti su tutto il globo terracqueo!” Un’affermazione senza dubbio d’effetto, se non fosse che qui il contesto non è il bar di quartiere, bensì quello di una conferenza stampa… una vena di spavalderia tipica di personaggi nostalgici per i quali “…noi tireremo dritto!” è stata una delle tante frasi roboanti e di grande impatto emotivo. Il 9 marzo la Giorgia “nazionale” , nella riunione straordinaria del Consiglio dei ministri tenutasi a Cutro, ha annunciato il nuovo decreto che prevede pene severissime per i cosiddetti scafisti; si modifica, tra l’altro, il permesso di soggiorno per motivi umanitari che già aveva modificato a sua volta il “decreto di sicurezza” di Salvini. Soluzioni spicciole, dunque, senza tanti mezzi termini, degne di coloro che vanno dritto al sodo, per i quali “o è bianco, o è nero” , senza tante sfumature di grigio che, secondo le ideologie nostalgiche rigurgitate da qualche tempo, ti fanno perdere tempo e basta, ma che purtroppo oggi sono invece assolutamente essenziali per tentare di capire qualcosa nel quadro complesso e complicato del quadro nazionale e internazionale. Come sostiene il Blog “Dal mare al carcere – la criminalizzazione dei cosiddetti scafisti” https://dalmarealcarcere.blog/ i conducenti di barche provengono da molti paesi e spesso sono gli stessi migranti e rifugiati, arrestati e imprigionati in Italia, i quali sono stati costretti a guidare i barconi dalla Libia, il paese da cui stavano fuggendo. Ma tant’è: “Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare: li regoleremo!” (discorso pronunciato da Benito Mussolini a Cagliari l’8 giugno 1935).
par Libero Gentili 07 févr., 2023
È di queste ore la notizia che il team di accertamento dei fatti relativi all’omicidio di Ankita Bhandari , una ragazza indiana di 19 anni assassinata il 18 settembre 2022 a Rishikesh (India) ha sollevato dubbi sull’indagine effettuata dalla polizia. Il team ha coinvolto 30 rappresentanti di gruppi femminili, organizzazioni di massa e fronti femminili, organizzazioni per i diritti umani, avvocati ed esperti di turismo degli Stati di Uttarakhand , Uttar Pradesh , Delhi , Himachal Pradesh , Rajasthan e Karnataka . Il team ha visitato il luogo del crimine, ha intervistato le persone interessate nei giorni del 27 e 28 ottobre e ha pubblicato il rapporto oggi, 7 febbraio. Il rapporto afferma che “c’è stato un completo collasso del sistema di giustizia penale a livello primario. Diverse irregolarità sono state commesse con intenti dolosi dal 19 settembre, quando Pulkit ha riferito falsamente che Ankita era scomparsa”. La ragazza, Ankita Bhandari , era una receptionist al Vanantra Resort a Rishikesh . Il 18 settembre non ha risposto alle chiamate dei suoi genitori e quando la famiglia ha cercato di trovarla, nella sua stanza non c’era nessuno. Inoltre, non rispondeva alle chiamate di un suo amico online Pushap Deep Kumar al quale Ankita aveva parlato di molestie ricevute al resort, confessando di essere stata pressata e “intrappolata” per entrare nella prostituzione. Era sotto pressione per fornire “servizi extra” a un cliente VIP del resort per diecimila rupie. Il resort era gestito da Pulkit Arya , figlio di Vinod Arya leader del BJP (Bharatiya Janatha Party) il partito nazionalista hindu al governo di Narendra Modi. Il direttore del Resort Ankit Gupta , il gestore e un suo amico sono stati arrestati. Avrebbero confessato di aver avuto un’accesa conversazione con la ragazza, si sarebbero recati in un luogo vicino per risolvere la questione, tuttavia, lungo la strada avrebbero avuto un alterco con Ankita e l’avrebbero spinta nel canale Chilla . Poi sarebbero tornati in albergo raccontando una storia diversa al loro staff. Il Resort è stato in parte abbattuto con un bulldozer da una persona vicina al partito BJP . Il team di accertamento ha chiesto chi ha concesso il permesso di farlo e perché la polizia non ha sigillato la scena del crimine subito dopo l’omicidio. Il rapporto ha anche messo in dubbio il motivo per cui la polizia non ha nominato il VIP a cui Ankita sarebbe stata costretta a fornire “servizi speciali”. L’Alta Corte del distretto dov’è avvenuto l’omicidio ha respinto la richiesta che chiedeva un’indagine da parte del Central Bureau of Investigation (CBI) in quanto ha ritenuto “sufficiente” l’indagine in corso. Rishikesh è un’antichissima città “santa” ricca di spiritualità, yoga e pellegrinaggi. Migliaia di fedeli si recano per bagnarsi nelle acque del fiume Gange e ricevere “benedizioni”.
par Libero Gentili 07 févr., 2023
Come l'India sta cambiando
par Libero Gentili 02 nov., 2022
Insegnare e apprendere sul sesso è ancora un tabù
par Libero Gentili 31 oct., 2022
Auguriamoci che non sia una replica della tremenda polarizzazione che è stata attizzata dal sig. Trump negli USA.
par Libero Gentili 17 oct., 2022
Questa pratica che potremmo chiamare "il lavaggio della conchiglia" , dall'etimologia dei termini 'shank' = conchiglia e 'shalan' = lavare, riguarda la pulizia del canale digerente e del colon mediante il transito di acqua salata. La metafora si riferisce a questa parte del corpo, dove l'acqua scende come in una conchiglia che, in India, viene lavata prima di adoperarla per scopi rituali. Bere, a digiuno, parecchi bicchieri di acqua tiepida e salata non è certamente una prospettiva allettante, ma se si riesce a portare a termine l'intero procedimento, la fatica - non solamente psicologica - sarà sicuramente compensata. La pratica prende due o tre ore di tempo e, soprattutto la prima volta, non possiamo avere la certezza che riesca a puntino. Per questo motivo è consigliabile essere seguiti da qualcuno che già ne abbia fatta l'esperienza. L'acqua che ingeriamo, infatti, non deve essere assorbita per osmosi e quindi eliminata sotto forma di urina, bensì deve essere digerita, seguendo il transito del canale alimentare, quindi espulsa dall'ano. I movimenti che vengono eseguiti durante le "bevute", infatti, hanno il preciso compito di aprire il piloro e far transitare il liquido. Sarebbe opportuno, un giorno prima, cibarsi esclusivamente di alimenti semi liquidi e predisporre l'organismo per una facile evacuazione. Le prugne cotte sono un lassativo ideale, quando non si disponga di polvere ayurvedica, il "triphala" . L'acqua. Otto - dieci litri di acqua tiepida alla quale verrà sciolto sale da cucina nella misura di un cucchiaio scarso per ogni litro. Alcuni utilizzano del brodo vegetale, ma date le quantità prescritte, è probabile che risulti psicologicamente più faticoso che non bere semplice acqua leggermente salata. La tecnica. Ingerire velocemente DUE bicchieri di acqua ed eseguire la sequenza dei movimenti, ripetuti per DIECI volte ciascuno ripetere questo procedimento per 6 - 7 volte, quindi andare alla toilette, anche se non si sente lo stimolo. alternare due bicchieri di acqua e l'intera sequenza di movimenti, continuando sino a che l'acqua non esca dall'ano sufficientemente chiara. Dato che la pratica può risultare lunga e faticosa, è consigliabile assumere sin dall'inizio un atteggiamento positivo e, qualora non si riesca a portarla a termine, è consigliabile interromperla provocando il rigetto del liquido dalla gola. In questo modo evitiamo di assimilare una eccessiva percentuale di sale che potrebbe sovraccaricare la funzione renale. Primo movimento Posizione di stiramento: favorisce la discesa dell'acqua dallo stomaco al colon. Inspirando, sollevarsi sulla punta dei piedi alzando le braccia e stirando il tronco. Espirando, cadere pesantemente sui talloni rilassando le braccia e le spalle. Secondo movimento Posizione di stiramento: favorisce la discesa dell'acqua dallo stomaco al colon. Braccia in alto, oscillare lateralmente spingendo il bacino in direzione opposta. Terzo movimento Posizione di stiramento: favorisce la discesa dell'acqua dallo stomaco al colon. Eseguire delle rotazioni con il bacino, mantenendo le braccia sollevate. Quarto movimento Posizione di torsione: per dirigere l'acqua dal colon all'intestino tenue. Girare il busto nei due sensi, lasciando le braccia libere. Quinto movimento Posizione di pressione: per spingere l'acqua verso il retto. Braccia dietro la schiene. Spingere alternativamente le cosce contro l'addome. Sesto movimento Posizione di stiramento: favorisce la discesa dell'acqua dallo stomaco al colon. Eseguire il movimento del cobra (Bhujangasana) in rotazione alternativamente a destra e a sinistra. Settimo movimento Posizione di torsione: per dirigere l'acqua dal colon all'intestino tenue. Girare il busto alternativamente a destra e a sinistra, spostando anche le braccia. Ottavo movimento Posizione di pressione: per spingere l'acqua verso il retto. Spingere alternativamente le cosce verso l'addome. Nono movimento Posizione di pressione: per spingere l'acqua verso il retto. Spingere alternativamente le cosce contro la parete addominale, eseguendo delle rotazioni del busto. Decimo movimento Posizione di stiramento: favorisce la discesa dell'acqua dallo stomaco al colon. In posizione accovacciata inserire i gomiti all'interno delle ginocchia, unire i palmi delle mani davanti allo sterno, spingendo il tronco in avanti. Successivamente allungare le braccia in avanti, abbassando il capo ed alleggerire la forte divaricazione delle anche. Ripetere. E' probabile che verso la fine l'acqua continui a transitare senza più bisogno di eseguire i movimenti. Per interrompere il flusso, occorre bere almeno due bicchieri di acqua non salata. Assumere alimenti non oltre le tre ore successive, prediligendo riso stracotto con molto burro o ghi (burro chiarificato) per lubrificare nuovamente le pareti intestinali. Riposare per tutto il resto della giornata. I giorni successivi evitare di assumere alimenti acidi ed integrali. Riprendere la consueta alimentazione in maniera graduale. Questa radicale pulizia dell'intestino andrebbe ripetuta almeno due volte l'anno.
par Libero Gentili 16 oct., 2022
Viviamo in un mondo stratificato lungo linee di genere, razza, etnia, disabilità, sessualità... in cui i privilegi, gli svantaggi, le esclusioni e gli abusi associati a tali categorie rendono questa geologia sociale ricca di faglie che, ad ogni momento, rischiano di cedere sotto i nostri piedi. La pandemia di cui ancora siamo vittime, nonostante l'accorato impegno dei negazionisti, ha reso l'orizzonte dei rapporti sociali ancora più frastagliato. Ma un tema che, da quando l'uomo è "Uomo" non ha mai accennato ad allinearsi con la civiltà, è quello della disparità tra i sessi. Anzi, un rigurgito di nazionalismo, spesso edulcorato con il termine "patriottismo" che è tornato tanto di moda oggi, ha reso questa distanza tra i valori maschili e femminili ancora più abissale. E' di questi giorni un articolo del giornalista Alessio Marchionna scritto per la newsletter "Americana", sulla rivista settimanale Internazionale, intitolato: "Il calcio contro le donne". Beh, cari tifosi uomini, non risentitevi... suvvia, il calcio è Vostro e guai a chi ve lo tocca... ma i fatti sono pur sempre fatti! "Il 3 ottobre sono stati resi pubblici i risultati di un’inchiesta durata più di un anno sugli abusi nella National women’s soccer league, il più importante campionato di calcio femminile degli Stati Uniti. Secondo il rapporto, almeno cento calciatrici hanno sostenuto di aver subìto abusi di vario tipo dagli allenatori: molte di loro hanno detto di essere state costrette ad avere rapporti sessuali o di essere state maltrattate verbalmente o in altro modo. Gli allenatori minacciavano di punire le atlete se avessero deciso di parlare. Le violenze e gli abusi sarebbero avvenuti anche nelle squadre giovanili. I dirigenti di molte squadre di club e della federazione nazionale avrebbero ignorato sistematicamente queste denunce. L’inchiesta è stata commissionata dalla federazione dopo la pubblicazione, nel 2021, di una serie di articoli che descrivevano una situazione allarmante. In particolare uno del sito sportivo The Athletic in cui si raccontava la vicenda di Sinead Farrelly e Meleana Shim, due giocatrici statunitensi che nel corso di alcuni anni hanno subito abusi di vario tipo da Paul Riley, tra i più importanti allenatori di calcio femminile del paese. ... Meleana Shim ... Quando ha cominciato a giocare per Riley a Portland, nel 2014, l’allenatore sembrava a malapena accorgersi della sua esistenza. Poi, all’improvviso, ha cominciato a dedicarle più attenzioni, a essere più gentile e a farla giocare di più. Le mandava messaggi spesso e le chiedeva di guardare filmati delle partite con lui, a volte nel suo appartamento o nella sua stanza d’albergo. Dopo una serata in un bar, Riley ha portato Farrelly e Shim nel suo appartamento. Secondo il racconto delle donne, l’uomo ha offerto a entrambe da bere e poi ha chiesto a Shim di ballare con lui. Poi ha detto alle calciatrici che, se avessero accettato di baciarsi tra loro, lui avrebbe cancellato un esercizio particolarmente duro che la squadra avrebbe dovuto fare in settimana. Loro si sono baciate e lui ha mantenuto la promessa". E si, care signore, "quel senso invincibile di patriarcalità", come lo definì Matilde Serao, è stato creato con il mondo e non si spegnerà tanto facilmente!
par Libero Gentili 16 oct., 2022
“Mi fa rabbia – dice Ritanna Armeni – che anche alcune donne e femministe non riconoscano il valore simbolico che avrebbe per l’Italia il fatto che una donna – nello specifico, Giorgia Meloni –, per la prima volta nella storia del nostro paese, diventi presidente del Consiglio. Perché significa negare che c’è una forza femminile che ha attraversato in profondità il Paese e che potrebbe arrivare infine a rompere il tetto di cristallo." (HuffPost Agosto 2022). Riusciamo a ragionare con il nostro cervello, oppure, per comodità, continuiamo a demandare ai vari mainstream del momento la presa di coscienza di certi avvenimenti storici che cambiano le nostre vite? E con le nostre vite intendo tutto ciò che, oltre il pranzo, la cena, la vacanza, la partita di calcio, il selfie che mi faccio in costume sulla spiaggia, costituisce la nostra identità sociale, la libera espressione di pensiero e di critica, in un mondo che sta perdendo il suo valore primario: la libertà, in senso assoluto. Giorgia Meloni (probabile, al momento) Presidente del Consiglio, una vittoria del riscatto femminile? Una donna, erede della cultura fascista, erede di un personaggio come Benito Mussolini che è stato, storicamente, il peggior maschilista per il quale la donna poteva anche essere una prostituta, al servizio di ogni necessità fisica dell'uomo fascista? E fatevele certe riflessioni e ragionate con il VOSTRO cervello... finché non sia troppo tardi!
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